Dopo un’estate senza piogge (e dai violenti incendi), che seguiva un inverno già scarsamente piovoso, è oramai a secco il Pian del Re, a 2.020 metri alla base del Monviso.
Allarme siccità: le sorgenti del Po sono in secca. Dopo un’estate senza piogge (e dai violenti incendi), che seguiva un inverno già scarsamente piovoso, è oramai a secco il Pian del Re, a 2.020 metri alla base del Monviso.
Accanto alla pietra scolpita con la celebre frase “Qui nasce il Po” dalle rocce in questo momento non esce nemmeno una goccia d’acqua e un po’ più a valle sono solo alcuni rigagnoli a gettarsi nel fiume più lungo d’Italia. 652 chilometri, un gigante buono, il Po, che rischia di rimanere senz’acqua, mettendo a rischio tutt’attorno i settori dell’agricoltura e dell’allevamento.
Secondo gli esperti, da dicembre 2016 ad agosto 2017 si è registrato un deficit di piogge del 40% rispetto al passato e questi primi otto mesi dell’anno sono stati i più secchi dal 1800. Drammatiche condizioni di siccità si sono avute ovunque, soprattutto nell’Italia meridionale, che è stata duramente colpita da numerosi incendi, con tanto di danni economici e perdite di aree forestali.
Tutto ciò è ovviamente dovuto alle scarse precipitazioni estive. “A parte le importanti precipitazioni che hanno caratterizzato il Centro sud nel mese di febbraio, è da dicembre 2016 che le precipitazioni risultano sotto la media sull’intero territorio nazionale, tanto che, se consideriamo le precipitazioni cumulate sulle ultime tre stagioni (i 9 mesi da dicembre 2016 ad agosto 2017), siamo di fronte a un deficit di precipitazioni di quasi il 40%, senza grosse differenze tra nord e sud e, se le confrontiamo con le medesime tre stagioni dal 1800 ad oggi, quelli di quest’anno risultano i 9 mesi più secchi di sempre”, spiegano dal Cnr.
Come si spiega sul sito del Cnr “finisce un’estate che in Italia verrà ricordata per l’anomala combinazione di calura e siccità straordinarie. Secondo la serie bisecolare di dati dell’Isac-Cnr, il trimestre giugno–agosto risulta secondo tra i più ‘bollenti’, inferiore per temperature medie solo all’episodio epocale del 2003, e superiore a quelli recentissimi del 2012 e 2015”.
Più caldi furono soltanto l’agosto del 2012 e del 2003, con anomalie rispettivamente di più 2.56 gradi e più 3.86 gradi. Il caldo dell’ultimo mese, assieme alle temperature eccezionalmente alte del mese di giugno (il secondo più caldo di sempre con un’anomalia di +3.22C) e a un luglio tra i 10 più caldi di sempre, hanno portato l’estate 2017 ad essere seconda solo a quella eccezionalmente torrida del 2003 (anomalia di +2.48C quella del 2017 contro +3.76C dell’estate 2003).
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E ora è (anche) il Po a soffrirne. Perché tutto ciò? I cambiamenti climatici, manco a dirlo, sono i massimi colpevoli. Ma a monte di tutto, c’è ancora bisogno di dire che ci sono i nostri comportamenti sconsiderati e una pessima gestione (tutta italiana) dell’acqua?
Germana Carillo