Lagom, arriva in Italia la ricetta svedese per vivere meglio ed essere felici. In modo sostenibile, nel rispetto di tutti.
La perfezione, d’accordo, non esiste ma qualcosa che si avvicina alla “misura giusta” individuale per ogni cosa sì e si riassume in una parola sola: lagom. Niente eccessi, niente sbavature o ridondanze ma neanche mancanze, insufficienza: siamo, insomma, nel concetto chiave che si nasconde nel “qb”, quanto basta, delle nostre ricette di cucina. La dose giusta, perfetta, per i propri gusti e per mettere insieme in modo armonico tutti i pezzi della nostra vita.
“Ricambia con equità, rispondi in base alla domanda”: in questo principio svedese si riassume, in parte, il concetto che sta alla base del lagom. D’altra parte, è svedese pure lui. Ed è raccontato, illustrato e dettagliato nelle possibili applicazioni pratiche quotidiane nel libro, fresco di stampa ed edito da Bur-Rizzoli, “Lagom, la ricetta svedese per vivere con meno ed essere felici“.(linkaffiliazione)
Lagom – secondo l’autrice, Lola Akerström, fotografa e giornalista direttrice del sito di viaggi Slow Travel Stockholm – è “il segreto che spiega uno stile di vita improntato alla consapevolezza sociale, alla moderazione e alla sostenibilità” ed è diventato un trend un po’ ovunque, nell’ultimo anno. C’è chi lo contrappone allo hygge danese (che “ferma” una situazione di calda intimità e relax con se stessi o con persone amate); secondo Elliot Stocks, co-editor e creative director del magazine Lagom, lo “hygge cattura un momento preciso di felicità, mentre lagom è uno stile di vita”, quindi fornisce indicazioni più generali.
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Equilibrio, moderazione: saper cogliere, nel momento e nella situazione che si sta vivendo, che si sta affrontando, quello che serve. Lagom, insomma, incoraggia a seguire ciò che è davvero meglio per se stessi. Niente di più (che non serve), niente di meno (che potrebbe creare una mancanza). Questo implicito “less is more” (meno è meglio) non significa – come sostiene invece Richard Orange, giornalista del Guardian che vive in Svezia – autoprivazione, basse aspettative e bieco conformismo ma – piuttosto – ricerca di armonia. Di saggezza. “La giusta quantità è la migliore”: ricorda un altro proverbio, sempre svedese. Il che – diciamolo – non toglie ovviamente (neanche in Svezia) la possibilità di eccessi ma li rimanda a situazioni eccezionali, particolari.
Concretamente, cosa significa vivere lagom?
In cucina, ad esempio, implica ricette né troppo semplici né molto elaborate. A tavola, ricorda non solo di evitare lo spreco ma invita alla consapevolezza sociale, ovvero ricorda che le nostre azioni individuali sono al servizio del bene collettivo e quindi suggerisce di mangiare in modo sostenibile, etico e a chilometro zero (“è per questo motivo – spiega Lola Akerström – che in Svezia ci sono campagne che incoraggiano, per esempio, a mangiare meno carne e a non consumare il gambero gigante indopacifico, a causa delle pratiche poco sostenibili e dannose per l’ambiente legate a questi cibi”).
Per quanto riguarda il benessere e la salute, la filosofia lagom vuole che la mente si riposi abbastanza, che il corpo faccia sufficiente esercizio e che le anime si ricarichino passando un po’ di tempo in solitudine: senza eccedere né trascurarsi, grazie ad abitudini che possano facilmente diventare una routine personale. E poi, il relax. Evviva. Rilassarsi significa purificare mente e corpo: che sia con un rituale mattutino di cinque minuti o con un week-end solitario ogni mese, ma «scollegarsi» in modo consapevole aiuta a rallentare e ascoltare le nostre esigenze più profonde. Totalmente lagom.
E gli acquisti? Sono utili e versatili (a proposito di moda: “immaginate in quanti modi potreste indossare gli abiti che vedete, completi di accessori più o meno eleganti. Se riuscite a visualizzare almeno cinque look, procedete all’acquisto”: suggerisce l’autrice del libro). Di qualità, perché fatti per durare e piacere.
Secondo Kjell A. Nordström, imprenditore ed economista svedese, il concetto di lagom ha dato vita a “una cultura di correttezza e fiducia. Contiene il consumo e l’egoismo eccessivi e si assicura che tutti i membri della squadra (che si tratti di una scuola, di un’impresa o dell’intero Paese) ottengano ciò che spetta loro”. Non è poco. Vale la pena di portare almeno un po’ di lagom proprio qui, nel nostro Bel Paese dello Stivale. Cominciando ovviamente da noi (a proposito: Lola Akerström, nel suo libro, fornisce chiare istruzioni per l’applicazione in tutti i settori della nostra vita: dal denaro alla vita sociale, dalla casa alla moda, dalla cultura alla natura).
Per finire, una curiosità: lagom viene spesso scritto «lar-gohm» e «lar» suona come «bar», ma in realtà la pronuncia più giusta di questo termine è «laa-gam» (allungando leggermente la prima sillaba e socchiudendo appena le labbra si imita la dizione di un madrelingua svedese). Così, per saperlo… lagom.
Anna Maria Cebrelli