È quanto accade al baobab che si trova nei pressi del fiume King a sud di Wyndham, nell'Australia Occidentale. L'albero ha una circonferenza di circa 15 metri e il tronco è vuoto. È stata intagliata una porta per accedere al suo spazio interno, molto ampio. Si narra che attorno al 1890 una pattuglia di polizia che conduceva un gruppo di prigionieri aborigeni a Derby per la condanna si fermò li per la notte. Vedendo il grosso albero vuoto, creò la porta per rinchiudere i prigionieri all'interno del tronco
Ci sono due baobab in Australia chiamati alberi dei prigionieri. Le storie attorno a questi maestosi alberi, in Australia, si pongono al confine tra leggenda e realtà ma si racconta che gli esemplari cavi al loro interno fossero utilizzati per nascondere i prigionieri.
Il baobab australiano è uno dei più famosi di tutto il paese. L’albero può raggiungere un’altezza di 9-12 m. Il tronco è corto e molto largo e può raggiungere anche i 5 m di diametro. Per via delle sue dimensioni può contenere molta acqua, da qui il soprannome di albero bottiglia.
La sua bellezza attira numerosi visitatori ma alcuni esemplari hanno suscitato maggiore curiosità per la miriade di storie o leggende che li circondano.
È quanto accade al baobab che si trova nei pressi del fiume King a sud di Wyndham, nell’Australia Occidentale. L’albero ha una circonferenza di circa 15 metri e il tronco è vuoto. È stata intagliata una porta per accedere al suo spazio interno, molto ampio. Si narra che attorno al 1890 una pattuglia di polizia che conduceva un gruppo di prigionieri aborigeni a Derby per la condanna si fermò li per la notte. Vedendo il grosso albero vuoto, creò la porta per rinchiudere i prigionieri all’interno del tronco.
Questa “abitudine”, secondo i racconti della gente del luogo, continuò anche in seguito, motivo per cui il baobab venne soprannominato “albero dei prigionieri”.
Quando il gruppo di prigionieri era numeroso e non c’era spazio per tutti, alcuni dei nativi venivano stati incatenati al tronco all’esterno. La cella all’interno era circa 9 metri quadrati e secondo i racconti avrebbe ospitato fino a 30 persone.
A sud di Derby, c’è un altro baobab servito allo stesso scopo. Molti storici hanno considerato queste storie come folklore visto che non ci sono prove che i baobab siano mai stati usati come prigioni. Quello vicino a Derby, in particolare, è così vicino alla città (solo 16 km) che non ci sarebbe stato bisogno di rimanere nascosti in un albero per la notte.
D’altra parte, c’è chi sostiene anche che il baobab di Wyndham avesse addirittura un grosso bullone fissato per incatenare i prigionieri.
Questi racconti, che siano reali o no, hanno reso popolari i due alberi. L’industria turistica locale ne ha anche sfruttato la storia per promuovere il turismo.
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Gli alberi sono ora recintati per impedire che i visitatori si possano arrampicare o che possano incidere i loro nomi nella corteccia come successo in passato prima.
Francesca Mancuso