Anche il mare gioca un ruolo importante sulla nostra psicologia: aumenta la concentrazione, il rilassamento, la creatività. Basta un "blu space" per migliorare il benessere mentale.
Onda, su onda, ecco il mare: che sia d’estate o d’inverno, per i più grandi come per i bambini, re-incontrarlo è sempre una sorta di magia. D’estate, complici le vacanze, è una delle mete più gettonate. Gli studi scientifici confermano i benefici – a tutto tondo – del mare.
Da un punto di vista “fisico”, i minerali naturalmente presenti nell’atmosfera salmastra riducono lo stress; gli ioni negativi, abbondanti nell’aria marina, combattono i radicali liberi, aumentano la concentrazione e diminuiscono lo stato di allerta. Non è tutto: il sale nell’acqua preserva i livelli di melatonina, triptamina e serotonina del cervello e questo incrementa il senso di benessere generale; il rumore delle onde entra in risonanza con le onde cerebrali e induce uno stato di rilassamento (che aiuta anche a ringiovanire mente e corpo). Quando ci si immerge nel mare e si lascia che sia la forza dell’acqua a sostenere il peso del corpo, al cervello arriva sangue più ossigenato: dopo si è più attenti, attivi.
Anche la temperatura dell’acqua svolge un ruolo fondamentale. Secondo Connie Hernandez e Marcel Hernandez del Pacific Naturopathic, in California, “in primavera e autunno, l’acqua che è fresca, fornisce un trattamento lenitivo per i nervi; nei mesi estivi, invece, essendo più “calda” facilita il rilassamento dei muscoli”.
Già così non è poco ma ci sono anche effetti positivi strettamente psicologici.
L’orizzonte, sconfinato, fa da contraltare agli schermi ridotti con cui ci confrontiamo ogni giorno, siano essi riferimenti fisici (tablet, cellulare, tv, pc) che emozionali, di possibilità di sviluppo: dà l’idea, chiara, che oltre un mare da superare tutto è possibile, la scoperta ci aspetta. Si tratta, naturalmente, di navigare, realmente, rimettendosi in gioco. Ma è nell’incontrare l’ignoto, l’avventura; nell’accettare il viaggio, partendo da una baia (un luogo protetto) e sapendo che c’è un porto che ci aspetta, che le cose poi – dentro e fuori di noi – possono succedere.
Il mare ci restituisce l’immagine della semplicità e della forza; del ritmo costante e lento, continuo e non frenetico; del movimento che contiene la vita e che poco per volta trasforma. Ascoltarne i suoni, vedere le suggestioni e le increspature delle onde ci consente di ritornare su quella sintonia e in quella connessione.
La meraviglia, indotta da colori, profumi, spazi immensi, plasma la nostra mente in modo nuovo: ci apriamo a nuove possibilità di lettura degli eventi, aumenta la nostra capacità di essere generosi, si amplia la percezione del tempo. Fuori dagli schemi consolidati, la nostra creatività e le nostre idee possono svilupparsi in modo nuovo.
Quello che non tutti sanno è che molti di questi benefici si hanno anche a “distanza”: basta infatti abitare nelle vicinanze, poter godere della vista sul mare (avere insomma a disposizione un “blu space”) per beneficiare di un fattore di protezione della propria salute mentale, in particolare con effetti che controbilanciano il distress (lo stress deleterio, dannoso). Tutto questo è possibile perché abbiamo una “mente blu”,(linkaffiliazione) capace cioè di connettersi ed entrare in relazione, in modo speciale, con l’acqua.
C’è chi potrà pensare che è solo un caso: che questo non ha alcuna relazione con il fatto che il mare ricordi il “brodo primordiale” da cui siamo nati e che nelle acque degli oceani siano contenuti tutti gli elementi necessari per la vita; che non ci siano vere ragioni per cui – nella Lingua degli uccelli – la parola “mare” abbia la stessa struttura della parola “madre”. Oppure no. Come anche la fisica dei quanti sta dimostrando, infatti, tutto è collegato: e allora diventa chiaro come il mare ci consenta – non solo simbolicamente ma anche concretamente, se lo vogliamo – di entrare in relazione diretta con un Femminile Creatore e Saggio che si dona ogni giorno con amore, che nutre e produce vita; e sta lì – a contatto, senza intermediari, con il cielo – anche per ricordarci chi siamo e da dove veniamo.
Per questo il nostro cuore si apre e sussulta di gioia, ogni volta che rivede il mare.
Anna Maria Cebrelli