Sai che pesce c’è nel tuo sushi?

Una ricerca britannica svela cosa si cela dietro al sushi venduto nel Regno Unito (e non solo)

Una ricerca britannica svela cosa si cela dietro al sushi venduto nel Regno Unito (e non solo)

Il sushi va molto di moda e i locali che lo servono sono sempre più numerosi. Tutti sanno che si tratta di pesce crudo da mangiare solo in luoghi sicuri in quanto si rischia il pericoloso anisakis ma pochi si soffermano a pensare a quali specie di pesci vengono utilizzate per realizzarlo. Ebbene all’interno si possono trovare anche rari pesci tropicali e specie a rischio!

A dirlo una ricerca che arriva dalla Gran Bretagna, presentata alla Exeter University nel corso del Simposio per il 50° anniversario della Società di Pesca delle Isole Britanniche. Secondo i risultati, sembra che specie esotiche di pesci vengano vendute agli ignari clienti all’interno dei sushi bar, ristoranti e supermercati senza un’etichetta adeguata.

Naturalmente quando ci si trova di fronte ad un preparato come il sushi, al di là di tonno (di questo tra l’altro ne esistono alcune varietà a rischio) e salmone (facilmente riconoscibili) è difficile valutare di fronte a quale pesce ci troviamo. Nei casi citati nella relazione, i clienti pensavano di essere alla prese con un comune pesce dell’Atlantico mentre in realtà si trattava di varietà tropicali, alcune di esse addirittura in pericolo o rare. I risultati della ricerca hanno mostrato dunque come la catena di approvvigionamento alimentare che riguarda il sushi non sia abbastanza trasparente e metta potenzialmente a rischio le specie esotiche.

Dietro a tutto questo, come ha spiegato Stefano Mariani al Guardian, un genetista di conservazione presso l’Università di Salford, vi è un problema di etichettatura del pesce:

“Si tratta della trasparenza. La gente non sa cosa stanno comprando. Oggi c’è un grosso scambio di specie meno conosciute che non sono state valutate. Stiamo parlando di centinaia di specie di pesci. Abbiamo scoperto che non sono correttamente etichettate. Immaginate dunque quanto sia difficile per un consumatore fare una scelta di acquisto informata”

I ricercatori hanno analizzato campioni di sushi provenienti da negozi di Liverpool e Manchester trovando ad esempio etichettato come “redfish” un “red snapper”, pesce tropicale. Alcuni peschi etichettati come sgombri si sono rivelati sia sgombri indiani, che si trovano nel Mar Rosso e nella Polinesia, sia Tenualosa ilisha, un tipo di aringhe tropicali che si trovano principalmente intorno alle penisole indiane e arabe. Pesce etichettato come “croaker” si è rivelato essere una delle quattro varietà che vengono da lontano ovvero da Giappone e Indonesia.

I fornitori, come ha sottolineato il professor Mariani, sono i principali colpevoli perché sanno da dove provengono i pesci. I negozianti non hanno invece questa conoscenza e alla domanda sui tipi di pesci che vendevano, la maggior parte non sapeva rispondere.

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Uno studio separato sui sushi bar condotto sempre da Mariani aveva già scoperto che circa il 10% dei pesci venduti era stato sostituito da un’altra specie. Inoltre, alcune varietà di tonno e anguilla seriamente in pericolo, sono state vendute senza che i clienti siano stati informati che si trattava proprio di quelle specie a rischio.

Come sarà la situazione in Italia? Cosa si nasconde davvero dietro al sushi? Un’inchiesta recente de Le Iene, non era troppo incoraggiante. Nel dubbio possiamo sempre provare il veg sushi!

Francesca Biagioli

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