Sogno lucido: consigli e tecniche per vivere questa esperienza.
Sognare ci apre ad altri mondi, in qualche modo non meno reali di quelli “ordinari”. Insomma il “dubbio” di Chuang-Tzu – che sogna di essere una farfalla, una farfalla che svolazza, che si sente libera e che ignora l’esistenza di Chuang-tzu e poi, improvvisamente si risveglia, ed è nuovamente Chuang-tzu, e si domanda: “Ora io non so: ero io un essere umano che stava sognando di essere una farfalla oppure ero in quel momento una farfalla che stava sognando di essere Chuang-Tzu?” – è legittimo, per certi versi. A meno di non condurre un “sogno lucido”: un sonno attivo e non passivo, così come capitava ad Aurobindo e Rudolf Steiner per buona parte o la totalità delle loro notti.
Due sono gli elementi principali che distinguono un sogno normale da un “lucid dream”: il primo, indubbiamente, è la chiara consapevolezza del fatto che – in un dato momento – si sta sognando. Il secondo è la possibilità di scegliere come partecipare all’interno del sogno, modificandolo, vivendolo a proprio piacimento, cambiando le regole del gioco che si sta svolgendo.
Il primo a parlare di “onironautica” (esperienza di coscienza di stare sognando) fu lo psichiatra olandese Frederik van Eeden. Secondo il fondatore del Lucidity Institute, Stephen LaBerge dell’università di Standford, si tratta di “sognare sapendo di stare sognando”: non è un gioco con sole valenze esoteriche ma può essere d’aiuto per sviluppare creatività, rafforzare l’autostima, aiutare a superare le paure. Carlos Castaneda, nel suo libro “L’arte di sognare” propone gli insegnamenti di don Juan, sciamano tolteco: descrive le sette porte che il sognatore deve varcare per accedere alle conoscenze che si possono raggiungere e avvisa che questo percorso non è scevro da pericoli. Sì, perché potrebbe accadere di non poter più ritornare, di dover restare in un’altra dimensione per sempre. Non molti lo dicono, quindi è bene ricordarlo. Così come è importante sapere che le esperienze che si possono avere nel sogno lucido dipendono sempre dal proprio livello di Coscienza: il mondo dei sogni si svolge nella dimensione astrale che riflette lo stato emotivo della persona, i suoi sentimenti, desideri ed emozioni (che facilitano grandi fraintendimenti: possono far scambiare lucciole per lanterne).
Come fare per indurre un sogno lucido, per vivere l’esperienza del “sognare attivo”?
Partire dalle basi, come sempre, aiuta: cominciare a fare caso ai propri sogni e poi, al mattino appena svegli, scriverli su un quaderno, aiuta ad entrare in una relazione di ascolto attivo con il proprio mondo onirico. Una delle conseguenze è, normalmente, un generale aumento della produzione di sogni.
Quando questo “contatto” è stato stabilito, per così dire, si può procedere al passo successivo: avviare una sorta di dialogo con i sogni. Ad esempio, si può andare a letto addormentandosi con un pensiero su cui si vuole un chiarimento, delle risposte, delle indicazioni (saranno quasi sempre simboliche); si può anche scrivere il contenuto del “problema” su un foglio, riposto poi sotto il cuscino su cui si dormirà. La tecnica “Wake back to bed” affina la procedura appena esposta; si tratta di: andare a dormire, svegliarsi circa 5/6 ore dopo, restare svegli per un’ora (pensando all’argomento che si vuole affrontare, magari leggendo un libro sull’argomento), e quindi tornare a dormire.
Due avvertenze. La prima: le aspettative e il forte “desiderio” non aiutano ad ottenere risultati. È un po’ come quando incontriamo una persona, vorremmo che ci dicesse proprio determinate cose e siamo così concentrate sui nostri desiderata da non riuscire ad accogliere veramente, né a sentire tutto il resto (di diverso) che ci sta dicendo. E che magari, invece, è proprio la risposta o in generale un’indicazione che ci può essere utile in un modo che ancora non sappiamo.
La seconda: non si può pensare di “lavorare” sul proprio sognare senza adottare determinate attenzioni comportamentali. Dopo un’abbuffata o con una buona dose di alcolici nel corpo, il sogno non potrà che essere “digestivo” oppure portare (vale anche nel caso di assunzione di sostanze) su mondi astrali collegati agli eccessi. Sono scelte.
Quando la preparazione, l’allenamento con il mondo del sogno viene perseguito con rispetto e attenzione, si possono aprire porte che consentono non solo l’accesso ad informazioni utili su piani diversi: pratici, come dimostrato dagli studi del già citato Lucidity Institute, ma anche collegati alla crescita personale.
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Come comprendere se si sta vivendo consapevolmente dentro il proprio sogno?
Porsi la domanda è già di per sé un buon indicatore di sogno lucido ma, volendo proprio sfatare ogni dubbio, si possono eseguire dei test di realtà: ad esempio si può provare a volare (nel sogno sarà fattibile, se si è svegli ovviamente no.. a meno di non salire su un aereo, ma va da sé che non è la stessa cosa).
Desiderare di avere un sogno lucido e un buon rapporto dialogico con il mondo dei sogni sono fondamentali per ottenere risultati. Il terzo ingrediente, segreto ma non troppo, è non avere fretta: quando si sarà pronti, il sogno lucido si presenterà.
Anna Maria Cebrelli