È accaduto quello che si temeva da tempo. Un enorme iceberg si è staccato dalla piattaforma Larsen C, in Antartide. Una montagna di ghiaccio, la cui superficie è pari a quella della Liguria, ossia 5.800 kmq. A riferirlo è stata la Nasa che attraverso i satelliti da tempo monitorava la situazione
È accaduto quello che si temeva da tempo. Un enorme iceberg si è staccato dalla piattaforma Larsen C, in Antartide. Una montagna di ghiaccio, la cui superficie è pari a quella della Liguria, ossia 5.800 kmq. A riferirlo è stata la Nasa che attraverso i satelliti da tempo monitorava la situazione.
L’enorme frattura di Larsen C è arrivata al culmine, raggiungendo il triste epilogo. Larsen C è una piattaforma galleggiante di ghiaccio sul lato est della Penisola Antartica, è la quarta piattaforma più grande del mondo. Le prime immagini disponibili sono fotografie aeree degli anni Sessanta e un’immagine di un satellite statunitense del 1963. La frattura che ha prodotto il nuovo iceberg era già identificabile in quelle immagini, insieme a molte altre ma è rimasta inattiva per decenni. Nel 2014, una crepa che fino ad allora era cresciuta lentamente nel corso dei decenni,improvvisamente cominciò a spingersi sempre di più verso nord, fino alla recente rottura.
Ora che il pezzo di ghiaccio è scomparso, la superficie della piattaforma Larsen C è diminuita del 10 per cento. Una vera e propria isola galleggiante che purtroppo vanta numeri da record: oltre ai quasi 6.000 kmq di superficie, ha uno spessore stimato tra i 200 e i 600 metri.
Durante i mesi più soleggiati tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017, gli scienziati hanno osservato da vicino la frattura che si era sviluppata lungo Larsen C. Il 17 giugno 2017, il sensore termico a raggi infrarossi (TIRS) del satellite Landsat 8 ha catturato un’immagine della frattura mostrando anche le temperature attraverso i colori.
L’arancio indica i punti in cui la superficie è più calda, in particolare le aree dell’oceano e dell’acqua sormontata da un sottile strato di ghiaccio. Le zone colorate di azzurro e bianco sono le più fredde e coprono gran parte della piattaforma e del ghiaccio marino. Le aree blu e viola sono una via di mezzo.
“Non sappiamo attualmente che cosa sia cambiato nel 2014” ha dichiarato Dan McGrath, glaciologo della Colorado State University che studia Larsen C dal 2008.
McGrath ha detto che la crescita della fessura, data la nostra attuale comprensione, non è direttamente legata al cambiamento climatico.
“La Penisola Antartica è stata uno dei luoghi della Terra in cui il riscaldamento è stato più veloce per tutta la seconda metà del XX secolo. Questo riscaldamento ha determinato profondi cambiamenti ambientali, tra cui il crollo di Larsen A e B. La frattura di Larsen C potrebbe non avere una connessione diretta con i cambiamenti climatici. Tuttavia, ci sono sicuramente meccanismi che potrebbero essere collegati al cambiamento climatico, soprattutto le acque più calde dell’oceano che si trovano alla base della piattaforma”.
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Impossibile prevedere con precisione il momento della frattura. Gli scienziati americani stanno ora seguendo il cammino dell’isola di ghiaccio (ribattezata A-68), alla deriva. Secondo i calcoli dovrebbe muoversi a nord lungo la costa della penisola antartica e poi verso poi nord-est fino alla parte meridionale dell’Atlantico.
Francesca Mancuso