Da allevatore a benefattore degli animali, perché era stanco di portare le sue mucche al macello dopo averle viste nascere e crescere in libertà nella sua fattoria. Questa è la storia di Jay Wilde che ha rinunciato a fare soldi sulla pelle dei bovini e li ha donati all’ Hillside Animal Sanctuary.
Da allevatore a benefattore degli animali, perché era stanco di portare le sue mucche al macello dopo averle viste nascere e crescere in libertà nella sua fattoria. Questa è la storia di Jay Wilde che ha rinunciato a fare soldi sulla pelle dei bovini e li ha donati all’ Hillside Animal Sanctuary.
Nel 2011, alla morte del padre, il cinquantanovenne Jay Wilde aveva ereditato la fattoria di proprietà della famiglia a Ashbourne, nel Regno Unito, da allora aveva continuato a portare al macello le sue mucche.
Una scelta non facile per lui che era stato vegetariano per 25 anni.Purtroppo però, sul letto di morte, aveva promesso al padre che si sarebbe occupato dell’attività. Una promessa che ha deciso di non mantenere più proprio in questi giorni, ponendo fine alla sofferenza animale.
“Ho imparato a guardare le mucche con occhi diversi, iniziando a capire che anche loro riescono a vivere delle emozioni. Possono essere tristi, felici, annoiate. Credo che dalla loro espressione facciale, si possa capire cosa provano. Ho visto delle mucche piangere”, dice Jay Wilde alla Vegan Society.
Secondo l’uomo, i bovini sono consapevoli di ciò che accade intorno a loro, perché essi hanno una personalità e una vita interiore.
“Non possono e non devono essere considerati solo come carne che finisce nel nostro piatto”, spiega.
Per questo le 30 delle 59 mucche della sua fattoria sono state mandate all’Hillside Animal Sanctuary, un centro di salvataggio vicino a Frettenham, in Norfolk, dove ad oggi vivono in libertà insieme ad altri 300 bovini e 2mila cavalli, asini e pony, senza il timore di finire al macello.
Dopo aver preso in gestione la fattoria, Wilde aveva iniziato una serie di cambiamenti. Intanto, non produceva più latticini per evitare di strappare i vitellini alle madri. Una scelta che non era stata salutata bene dal resto della famiglia che pensava più alle perdite economiche, che al benessere degli animali. Ma Wilde ha proseguito per la sua strada, preferendo avere la ‘coscienza pulita’.
Così ha trasformato il suo allevamento in una fattoria biologica con un futuro ancora più ambizioso.
“Abbiamo tantissimi edifici vuoti, spero di trasformarli in un ristorante vegan e in un ostello di ospitalità diffusa, dove chi viene qui può vedere il ciclo naturale degli alimenti. Una sorta di vacanza vegan!”, spiega ancora.
Altre storie a lieto fine:
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Attualmente, sono rimaste a pascolare solo 11 mucche che servono solo a produrre il fertilizzante per il terreno. Una svolta che è molto piaciuta alla Vegan society che da anni incoraggia gli agricoltori ad allontanarsi dagli allevamenti, preferendo la coltivazione vegetale.
Dominella Trunfio