Oggi 8 giugno è la giornata mondiale degli oceani che nasce nel 2008 per dare voce all’immenso patrimonio d’acqua che esiste nel nostro Pianeta e che troppo spesso è vittima della mano dell’uomo.
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Oggi 8 giugno è la giornata mondiale degli oceani che nasce nel 2008 per dare voce all’immenso patrimonio d’acqua che esiste nel nostro Pianeta e che troppo spesso è vittima della mano dell’uomo.
Già dal 1992 si parlava di porre l’accento sulla risorsa rappresentata dagli oceani, ma solo nel 2008, le Nazioni Unite hanno stabilito la nascita dell’#oceanDay con una serie di manifestazioni che mirano a salvaguardare il mondo.
Dalla raccolta della plastica a mostre, convegni e seminari a tema, con un fitto programma che si può trovare sul sito ufficiale World Oceans Day. Slogan di questa edizione 2017 è ‘Il nostro oceano, il nostro futuro’, mentre il tema è il triste fenomeno dell’inquinamento da bottiglie e sacchetti di plastica.
Ogni giorno 100 milioni di bottiglie di plastica vengono gettate nei nostri mari e se continuiamo così, entro il 2050 negli oceani ci sarà più plastica che pesci.
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Petizione ‘Salviamo gli oceani’
“È una vergogna. Metà della plastica la usiamo una volta sola e poi la buttiamo, soffocando i mari e tutti gli animali che ci vivono. Ma tra pochi giorni i governi di tutto il mondo si incontreranno e potrebbero fermare la marea di plastica, prendendosi l’impegno epocale di ripulire gli oceani. La pressione pubblica ha già obbligato l’Indonesia, secondo più grande produttore di rifiuti plastici, a impegnarsi a ridurli del 70%! Ora dobbiamo fermare anche gli altri”, si legge sulla piattaforma Avaaz come testo di una petizione che mira proprio a salvare gli oceani.
Sono già state raccolte oltre un milione di firme con l’obiettivo di far arrivare questo appello globale fino al programma Onu per l’ambiente, affinché prenda dei seri provvedimenti sul divieto della plastica usa e getta.
PER FIRMARE LA PETIZIONE E SALVARE GLI OCEANI CLICCA QUI
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C’è già chi ha pensato a soluzioni per ripulire gli oceani e farli tornare agli antichi splendori, ovvero solo un concentrato di biodiversità: è Boyan Slat, con il suo Ocean Array Cleanup che riesce a raccogliere ben 7.250.000 tonnellate di rifiuti in soli 5 anni. Non solo un prototipo, ma un progetto già partito.
Campagna #GenerAzioneMare
- Lotta all’inquinamento
- Lotta alla pesca eccessiva e a quella illegale
- Sostegno alla pesca sostenibile e educazione al consumo responsabile,
- Difesa delle specie, come tartarughe e cetacei
- Tutela degli habitat costieri e di quelli con alto valore di biodiversità, come il Santuario Pelagos
“Questa rotta distruttiva può essere invertita con azioni chiave su sviluppo sostenibile, riduzione dell’inquinamento a partire dalle micro e macro plastiche, riduzione gas serra, tutela degli habitat, recupero degli stock ittici, cooperazione internazionale, partenariati pubblici e privati e tanta informazione”, dice Donatella Bianchi, presidente di WWF Italia.
Rischio d’estinzione per pesci e tartarughe
Pesci di grossa taglia a rischio estinzione, 39 stock ittici sovrasfruttati, oltre 20mila tartarughe catturate dalla pesca a strascico e ancora desertificazione dei fondali e altissimi costi energetici: tutte conseguenze della pesca industriale emerse da uno studio pubblicato da Nature Ecology & Evolution.
Per questo, MedReAct richiama l’attenzione dell’Unione europea sulla distruttività dell’impatto della pesca a strascico nel Mediterraneo e sul paradosso sui cui si continua a basare il sistema della pesca europeo.
“Perché gli aiuti e i finanziamenti arrivano a chi più di tutti sta distruggendo in modo irreversibile il nostro mare? Non è il caso di cominciare seriamente a cambiare rotta?” si chiede MedReAct.
A pochi giorni dalla dichiarazione di Donald Trump sull’abbandono da parte degli Stati Uniti dell’accordo sul clima di Parigi, bisogna fare una riflessione ampia per capire la direzione giusta da intraprendere per salvare il nostro Pianeta.
Dominella Trunfio