Sindrome dell'ovaio policistico, quali sono i sintomi? Quali le cause che la scatenano? Come diagnosticarla e quali conseguenze, soprattutto se si sta programmando una gravidanza?
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Sindrome dell’ovaio policistico, quali sono i sintomi? Quali le cause che la scatenano? Come diagnosticarla e quali conseguenze, soprattutto se si sta programmando una gravidanza?
Con sindrome dell’ovaio policistico, anche nota come policistosi ovarica (PCO) o sindrome di Stein-Leventhal, si indica una serie di sintomi derivante da un vero e proprio squilibrio ormonale nelle donne in età fertile. Si caratterizza per la presenza di ovaie ingrandite e piene di cisti di varie dimensioni. Ma come si forma un ovaio policistico? Ci si può convivere? Quali sono i consigli da seguire?
Circa il 5/ 10% delle donne appartenenti alla fascia di età compresa fra i 18 e i 44 anni nel mondo soffre di ovaio policistico, che, spesso, può anche passare inosservato, tanto che in molte si rendono conto di avere un ovaio policistico soltanto nel momento in cui cominciano a cercare una gravidanza.
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Cos’è la sindrome dell’ovaio policistico
È un disturbo endocrino che colpisce le donne in età riproduttiva e che causa un disordine ormonale tale da avere le mestruazioni irregolari, una sensazione di gonfiore, irsutismo, ma anche pressione alta, diabete e tendenza al sovrappeso.
In presenza di questa sindrome, le ovaie risultano più grandi rispetto alla media e hanno al loro interno numerose cisti.
Perché venga diagnosticata la PCO, si devono riscontrare almeno due delle tre seguenti condizioni:
- anovulazione, cioè assenza di ovulazione con conseguenti dismenorrea, amenorrea e infertilità
- eccesso di ormoni androgeni, con conseguenti acne, irsutismo o disturbi dell’umore
- presenza di cisti ovariche, dalla caratteristica disposizione a “collana di perle”
Le donne che soffrono di ovaio policistico hanno poi il rischio maggiore di sviluppare resistenza all’insulina, che può a sua volta ricollegarsi a problemi di obesità, diabete mellito di tipo 2, malattie cardiovascolari e colesterolo alto.
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Ricapitolando, quindi:
Se il compito delle ovaie è quello di “liberare” ogni mese l’ovocita maturo pronto per essere fecondato, in presenza di sindrome dell’ovaio policistico ciò non accade come dovrebbe: i follicoli che contengono gli ovociti non raggiungono quasi mai la completa maturazione e quindi non si verifica l’ovulazione. I follicoli e gli ovociti restano in questo modo “costretti” in quella zona, facilitando così la creazione di tante piccole cisti e l’aumento di dimensioni delle ovaie.
Ovaio policistico, quali sintomi?
I sintomi della sindrome dell’ovaio policistico sono dovuti ad una “anovulazione cronica”, ossia all’assenza costante dell’ovulazione, associata ad un aumento della produzione e della secrezione degli ormoni androgeni, il cosiddetto “iperandrogenismo”.
In genere, tre sono i sintomi quasi sempre presenti nel caso di ovaio policisitico:
- irregolarità delle mestruazioni
- irsutismo
- obesità
La policistosi ovarica può inoltre occasionalmente associarsi ad alcune alterazioni ormonali che provocano iperandrogenismo, come:
- sindrome di Cushing
- iperplasia congenita del surrene
- tumori dell’ovaio e del surrene
Ricapitolando, i sintomi più comuni della sindrome dell’ovaio policistico sono:
- alterazioni del ciclo mestruale, come oligomenorrea (ciclo di durata superiore a 35 giorni) oppure amenorrea (assenza di mestruazioni)
- infertilità, dovuta all’anovulazione cronica
- alopecia androgenica, perdita dei capelli tipica del sesso maschile
- acne, pelle unta e dermatite seborroica
- acanthosis nigricans, caratterizzata dalla presenza di macchie scure sulla pelle
- fibromi molli
- sindrome premestruale per lunghi periodi
- apnea nel sonno
- elevati livelli nel sangue di ormoni tipicamente maschili (androgeni), nello specifico testosterone, androstenedione e DHEAS, che possono provocare irsutismo
- obesità, che può concentrarsi nella metà inferiore del torace
- cisti multiple nella zona sottocorticale delle ovaie
- ingrossamento delle ovaie a causa delle cisti e superficie ovarica spessa, liscia e di un color perlaceo
- aborto spontaneo ricorrente
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Inoltre, dagli esami scaturiscono:
- un rapporto tra i livelli di LH (ormone luteinizzante) e l’FSH (ormone stimolatore del follicolo) superiore a 2.5, quando vengono misurati al terzo giorno del ciclo mestruale
- elevati livelli di androgeni (ormoni sessuali maschili)
- ridotti livelli di SHBG (sex hormone binding protein), la proteina che trasporta gli ormoni sessuali
- lieve aumento di insulina (iperinsulinemia) e resistenza cellulare alla sua azione e conseguente ridotta tolleranza glucidica
- modificazioni all’esame ecografico dell’aspetto morfologico delle ovaie: le ovaie si presentano infatti policistiche, con piccoli follicoli sparsi sulla superficie che risultano invece assenti al centro dell’ovaio. I follicoli sono piccoli e immaturi e capita di rado che arrivino a maturazione e all’ovulazione
Ovaio policistico, quali cause?
Sulle cause di un ovaio policistico è ancora aperto il dibattito scientifico. Origini precise, infatti, non sono ancora note. Alcuni studi hanno documentato una ipotesi di trasmissione ereditaria (sarebbero più a rischio le donne le cui madri o sorelle ne soffrono), così come sarebbe probabile che la sindrome si manifesti in pazienti con anamnesi familiare positiva per diabete di tipo II, non insulino dipendente, e per calvizie precoce nei familiari maschi.
Il rischio di contrarre un ovaio policistico, inoltre, sembra maggiore se la paziente è in sovrappeso.
Altre ricerche collegano la comparsa della sindrome ad alcune situazioni come la scarsa reazione dei globuli bianchi davanti alle infezioni: in questi casi le ovaie policistiche verrebbero stimolate. Altri ancora associano la più importante causa dell’ovaio policistico all’iperandrogenismo, responsabile dell’irsutismo e, indirettamente, dell’anovulazione e dei disturbi del ciclo.
L’iperandrogenismo è una sproporzionata produzione di ormoni androgeni nelle donne. Questo eccesso di androgeni è dovuto a una serie di alterazioni ormonali che caratterizzano proprio la policistosi ovarica: si parla, infatti, di un aumento dei livelli di LH e un’eccessiva produzione di ormoni estrogeni ed androgeni da parte dell’ovaio. In particolare, è proprio l’irregolare secrezione di LH a stimolare troppo l’ovaio a produrre in abbondanza questo tipo di ormoni.
Nella sindrome dell’ovaio policistico la concentrazione di FSH, sempre prodotto dall’ipofisi, è invece ridotta. Sono inoltre abolite le variazioni secretorie di LH ed FSH legate ad un ciclo mestruale ovulatorio.
LH ed FSH sono rispettivamente ormone luteinizzante e ormone follicolo stimolante e sono le cosiddette “gonadotropine”, ormoni che regolano l’attività delle gonadi ossia le funzioni degli organi riproduttivi maschili e femminili.
Ovaio policistico, quali conseguenze?
Le donne che soffrono della sindrome dell’ovaio policistico possono correre il rischio di imbattersi in parecchie disfunzioni e complicazioni, soprattutto quando si è (anche) obese. Tra le conseguenze più comuni, si riscontrano l’aumento della pressione sanguigna, sviluppo del diabete di tipo 2, aumento del colesterolo alto, malattie cardiovascolari, accumulo di grasso nel fegato, apnea notturna, infertilità, depressione, ansia, carcinoma dell’endometrio o diabete gestazionale.
In sintesi, le conseguenze per chi soffre di PCO possono essere:
- insulino resistenza
- sindrome metabolica e ipertensione
- diabete
- iperplasia e carcinoma dell’endometrio
- malattie cardiovascolari
- sindrome delle apnee ostruttive nel sonno
Ovaio policistico, cure
Come abbiamo visto, la sindrome dell’ovaio policistico comprende una varietà di sintomi, tanto che i medici possono somministrare anche diverse tipologie di farmaci. È ovvio che si valuta caso per caso ed è sempre conveniente far riferimento al proprio medico di fiducia.
Il primo suggerimento che qualunque esperto vi darà, tuttavia, riguarderà in ogni caso il vostro stile di vita. Il più delle volte, infatti, viene consigliato di:
- seguire una dieta ipocalorica
- perdere peso
- praticare attività fisica
Seguiranno poi una serie di terapie che possono prevedere l’uso di:
- pillole anticoncezionali
- farmaci per aumentare la sensibilità all’insulina
- antiandrogeni
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Se soffro di ovaio policistico posso rimanere incinta?
Sì ed è dimostrato: la PCO è sì una delle principali cause di sterilità femminile, ma chi soffre di ovaio policistico può avere una gravidanza. Si seguano sempre, però, le indicazioni del proprio medico.
Per molte donne con PCO che vogliano rimanere incinte, il ginecologo consiglierà innanzitutto di dimagrire e di cambiare lo stile di vita prima di assumere farmaci, per vedere se si ripristina naturalmente l’ovulazione e si migliorino la possibilità di gravidanza.
Ci sono poi una serie di medicinali che possono essere somministrati di volta in volta:
- clomifene, alla base del trattamento più comune per l’infertilità nelle donne con ovaio policistico
- inositolo
- metformina, un farmaco insulino-sensibilizzante usato ad oggi per trattare il diabete e l’infertilità associata a PCO
- combinazione di metformina e clomifene
- gonadotropine
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Si rimanda in ogni caso alla valutazione del proprio medico ginecologo.
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Ovaio policistico, la dieta da seguire
Come abbiamo detto, tra le prime cose che il medico può raccomandare c’è una dieta ipocalorica. In genere si consiglia di ridurre zuccheri e i carboidrati complessi, di assumere molte fibre e ridurre i grassi saturi, mangiare molta frutta e verdura ed evitare pasti di soli carboidrati.
Alimenti consigliati:
- frutta e verdura
- farinacei integrali
- riso integrale
- pesce
- carni bianche o carni rosse magre
- latte e yogurt scremati
- legumi
- tanta acqua
I cibi da evitare sono:
- burro e altri condimenti ricchi di grassi saturi
- dolci
- bevande zuccherose e gassate
- insaccati
- fritti
- formaggi
- alcolici
Germana Carillo