Paracetamolo: effetti collaterali, controindicazioni e alternative naturali

Il paracetamolo è uno dei farmaci più utilizzati, ma quali sono le controindicazioni e gli effetti collaterali?

Il paracetamolo è uno dei farmaci più utilizzati, ma quali sono le controindicazioni e gli effetti collaterali?

Il paracetamolo è il farmaco più venduto in Italia, apprezzato in particolare per le sue doti antidolorifiche a antipiretiche, ovvero in grado di calmare i dolori e abbassare la febbre. Conosciamo meglio questo principio attivo con annessi effetti collaterali e controindicazioni.

Il paracetamolo (acetaminofene) è considerato un medicinale sicuro, tanto che si può utilizzare anche in gravidanza e allattamento oltre che venire spesso consigliato (ovviamente con dosaggi differenti) per i bambini. Ma si tratta davvero di un farmaco che è possibile utilizzare sempre in completa tranquillità?

Vediamo i possibili effetti collaterali e le controindicazioni del paracetamolo.

Paracetamolo, effetti collaterali

Come qualsiasi altro farmaco anche il paracetamolo può dare possibili effetti indesiderati. Indubbiamente il più grave è stato messo in luce da uno studio condotto a Leeds che ha mostrato come un uso eccessivo di paracetamolo può aumentare il rischio infarto ed ictus ma anche di emorragie e ulcere. Il risultato deriva dall’analisi effettuata su 666mila pazienti seguiti in 8 diverse ricerche e ha portato a ritenere che questo principio attivo, assunto per molti anni quotidianamente per lenire i forti dolori causati da artrite o gravi mal di schiena, aumenta del 68% il rischio infarto e ictus e del 50% il rischio di ulcera o emorragie. Ciò in quanto il paracetamolo andrebbe ad inibire l’azione delle prostaglandine, mediatori dei processi infiammatori. Si tratta comunque di un uso davvero massiccio di questo farmaco, limitato a casi estremi.

Possibili effetti collaterali che si presentano più di frequente sono invece: dolori addominali e diarrea, reazioni allergiche tipo sfoghi cutanei, orticaria, aumento delle transaminasi, tossicità a carico di fegato e reni, ipotensione, neutropenia (diminuzione di alcuni globuli bianchi), trombocitopenia (piastrinopenia) e leucopenia (diminuizione dei leucociti nel sangue).

Il paracetamolo viene utilizzato anche in gravidanza, c’è stata però una ricerca condotta nel 2015 dall’Università di Edimburgo che ha sollevato molti dubbi sull’uso dei farmaci a base di paracetamolo in questo periodo tanto delicato per mamma e bambino. Secondo i risultati ottenuti, le donne in gravidanza che assumono molto paracetamolo potrebbero mettere a rischio la salute del bambino aumentando le possibilità che crescendo sviluppi infertilità o addirittura cancro. Questo sarebbe più probabile se il nascituro è un maschio. Il consiglio degli esperti dell’Università di Edimburgo per le donne in dolce attesa è quello di assumere paracetamolo in dose minima, solo se davvero necessario e per un breve periodo di tempo.

paracetamolo

Possibili effetti collaterali del paracetamolo sono dunque:

• Dolori addominali
Diarrea
• Rash cutanei
• Orticaria
• Aumento delle transaminasi
• Tossicità a carico di fegato e reni

In caso di uso eccessivo aumenta il rischio:

Infarto
• Ictus
• Emorragie
• Ulcere

Un uso eccessivo in gravidanza può predisporre il feto (in particolare se maschio) a:

• Infertilità
• Cancro

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Paracetamolo, controindicazioni

L’utilizzo del paracetamolo è controindicato in caso di ipersensibilità al principio attivo o agli eccipienti utilizzati nella realizzazione del farmaco. Visto il rischio di epato e nefrotossicità, il paracetamolo è da evitare nel caso si soffra di insufficienza epatica o renale e grave anemia emolitica.

Il paracetamolo può interagire con l’assunzione di altri farmaci ad esempio con quelli che promuovono o rallentano lo svuotamento gastrico (che dunque aumentano o diminuiscono la biodisponibilità del principio attivo). Informate sempre il medico se intendete assumere paracetamolo in concomitanza con altre terapie.

Il paracetamolo sarebbe da utilizzare con cautela non solo in caso di alcolismo cronico ma anche di disturbi alimentari come anoressia e bulimia.

paracetamolo dolori

Alternative al paracetamolo

In diverse situazioni potremmo evitare l’uso del paracetamolo prediligendo invece delle soluzioni antidolorifiche naturali.

Yoga e Tai Chi

Secondo le nuove evidenze scientifiche, lo yoga così come il tai chi può essere più efficace di farmaci come paracetamolo e ibuprofene nel trattamento del mal di schiena. Tra l’altro una ricerca pubblicata su Lancet ha mostrato come il principio attivo noto come paracetamolo utilizzato spesso come antidolorifico sia inefficace contro il mal di schiena, nonostante venga ancora prescritto a questo scopo e si trovi questa indicazione nel foglietto illustrativo dei farmaci che lo contengono.

yoga mal di schiena

Agopuntura

Nel trattamento del dolore particolarmente utili possono rivelarsi delle sedute di agopuntura, tecnica della Medicina Tradizionale Cinese che si serve di aghi sottili posizionati in punti strategici che vanno ad eliminare dei blocchi energetici e stimolare dunque la guarigione del corpo.

Zenzero

Lo zenzero è un rimedio naturale dall‘effetto antinfiammatorio e antidolorifico. Uno studio ne ha voluto confrontare l’azione rispetto ad un altro farmaco antidolorifico, questa volta non il paracetamolo ma l’ibuprofene nel trattamento dell’artrite, dell’artrite reumatoide e dell’osteoartrite. La maggior parte dei pazienti trattati con un estratto di zenzero ha mostrato miglioramenti rispetto a dolore, gonfiore e rigidità delle articolazioni.

Rimedi naturali per abbassare la febbre

Nel caso della febbre, invece, considerate che nella maggior parte dei casi sarebbe meglio non abbassarla con questo o altri farmaci. Si tratta infatti di un meccanismo naturale per favorire la guarigione del corpo. Se comunque si decide di farla scendere è possibile provare alcuni rimedi naturali come le spugnature, l’assunzione di piante che disperdono il calore o aiutano il sistema immunitario, bere molti liquidi e vestirsi in maniera leggera.

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In definitiva, meglio limitare l’utilizzo del paracetamolo alle situazioni in cui è veramente necessario sostituendolo, quando possibile, con rimedi naturali.

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