Grazie. Ovvero come una semplice parola riesce a far sentire apprezzato un gesto, a dare leggerezza al nostro mondo interiore.
Grazie. Ovvero come una semplice parola riesce a far sentire apprezzato un gesto, a dare leggerezza al nostro mondo interiore. Naturalmente questo è vero quando il ringraziare – comunque fondamentale – non è solo una prassi, una questione di buona educazione, un gesto formale “richiesto” dalla società ma un’espressione autentica.
Secondo la psicologia positiva la gratitudine è un sentimento di apprezzamento – per qualcosa o per qualcuno – che produce una positività duratura. Ma è anche un sentire più generale, rivolto alla Vita, che nasce nel momento in cui si entra nella magia delle infinite possibilità e della meraviglia.
La differenza, sempre, sta nel nostro sguardo, nella nostra interpretazione delle cose che ci succedono e di quelle che ci circondano: il sentimento di gratitudine ci consente di entrare in una relazione diversa con ogni evento della nostra vita, di apprezzare tutto di più.
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Ad esempio possiamo provare gratitudine e riconoscenza per il sole che ogni giorno si ripresenta, per donarci la sua luce e il suo calore e – su un altro piano – un’informazione spirituale di amore incondizionato per tutti; per la nostra casa, che ci ospita e accoglie, che è nido e rifugio e porto sicuro, luogo di intimità e sicurezza; possiamo essere grati per la bellezza che la natura ci dona e ci consente di armonizzare il nostro organismo e connetterci alle armonie universali.
Possiamo essere grati per la sedia su cui siamo seduti, perché ci accoglie; per il colombo che si affaccia alla finestra e ci guarda o persino per il collega di lavoro che ci rompe le scatole perché, proprio quel fastidio ci può raccontare delle parti di noi che – evidentemente – è tempo di considerare, nutrire, addolcire, amare.
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È sicuramente vero, però, che per sviluppare la gratitudine – che in fondo è come un muscolo: più si allena, più si entra in sintonia con quel linguaggio, con quel tipo di sensazione – e più facile cominciare dalla bellezza, dalla gentilezza ricevuta. Come fare?
Ecco alcuni “esercizi” possibili per sviluppare la gratitudine
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Spargere atti altruistici (cioè facendo ma senza aspettare nulla in cambio) a beneficio di chi conosciamo o anche di estranei, se la situazione lo consente…
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Ogni giorno, ringraziare apertamente per ogni gesto, comportamento, attenzione ricevuta
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Ogni mattina, appena alzati, sentire gratitudine e ringraziare per almeno 10-15 cose/situazioni della nostra vita
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Scrivere e poi consegnare – possibilmente di persona – una lettera di ringraziamento a chi ha fatto qualcosa di piccolo o grande per noi.. e non è stato mai o veramente ringraziato nello specifico.
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Tenere un diario e, ogni sera, scrivere almeno 10 cose della giornata passata per cui si è grati.
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La pratica di questi esercizi consente di sviluppare un’attitudine interiore amorevole e grata, che si nutre dei doni della Vita, che riesce a sostenere nei momenti difficili, che apre alla meraviglia “nascosta” nei fatti quotidiani.
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Per gli (eventuali) scettici, non manca il supporto della scienza: gli studi dimostrano che la gratitudine fa bene al cuore, induce una riduzione del cortisolo (ormone dello stress). Non solo: le persone riconoscenti sono più gradevoli, aperte e meno nevrotiche, meno depresse e più soddisfatte, hanno una vita sociale e relazionale più ricca e felice. L’attitudine alla gratitudine migliora anche la vita di coppia, rendendo più solida e duratura la relazione.
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