Molto spesso i farmaci che assumiamo hanno più rischi per la nostra salute che benefici. Ogni anno, la rivista francese ‘Prescrire’ pubblica un rapporto, in cui elenca una serie di medicine che possono essere sostituite da alternative migliori e meno dannose.
Molto spesso i farmaci che assumiamo hanno più rischi per la nostra salute che benefici. Ogni anno, la rivista francese ‘Prescrire’ pubblica un rapporto, in cui elenca una serie di medicine che possono essere sostituite da alternative migliori e meno dannose.
Secondo il rapporto 2017, ogni anno viene autorizzata la commercializzazione di farmaci, ma spesso non si hanno prove pregresse della loro efficacia e su cosa comporti l’assunzione. “A volte – si legge – sono meno efficaci o addirittura dannosi, eppure continuano a godere di ottima fama tra operatori sanitari e pazienti”.
Adesso, dunque, arriva la nuova lista nera dei farmaci, 91 in tutto, in cui il rapporto tra rischio e benefici è sfavorevole in tutte le situazioni cliniche. Parliamo di prodotti venduti in tutta l’Unione europea che vengono analizzati così da studiarne effetti negativi, positivi e la loro reale efficacia.
“La valutazione da parte di Prescrire del rapporto rischio-beneficio di un farmaco in una data situazione si basa su un processo rigoroso: ricerca documentale sistematica e riproducibile, determinazione dei criteri di efficacia per i pazienti, gerarchizzazione dei dati scientifici in base al loro livello di evidenza, confronto rispetto al trattamento standard, presa in considerazione degli effetti avversi e di una loro quota di incognite”, si legge nell’abstract del Rapporto.
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Troppi rischi, pochi effetti positivi
A cinque anni dalla prima pubblicazione, i farmaci non sono più solo quelli commercializzati in Francia ma in tutta l’Unione europea.
“Il più delle volte, quando una terapia farmacologica è auspicabile, altre opzioni hanno un rapporto rischio-beneficio migliore di quello dei farmaci scartati. In una situazione di stallo terapeutico, per malattie gravi, non è giustificato esporre i pazienti a gravi rischi quando l’efficacia clinica non è dimostrata”, si legge.
E ancora:
“L’uso di questi farmaci nel corso di una ricerca clinica può essere accettabile, ma a condizione che si informino i pazienti delle incognite sul rapporto rischi-benefici e che sia utile una valutazione. Negli altri casi, è meglio concentrarsi sui trattamenti utili ad aiutare i pazienti a tollerare l’assenza di opzioni in grado di cambiare la prognosi o di migliorare la qualità della vita, al di là dell’effetto placebo”.
Tra i 91 farmaci, che vanno dal trattamento contro il raffreddore a decongestionanti, si viene esposti a rischi cardiovascolari gravi o addirittura mortali. Nel bugiardino, si parla di ipertensione, ictus, disturbi del ritmo cardiaco.
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Una lunga carrellata, vediamone alcuni. Con gli antinfiammatori (inibitori della Cox 2) sono stati correlati aumento degli incidenti cardiovascolari (inclusi infarto del miocardio e trombosi) e reazioni cutanee tipiche; i farmaci per i crampi possono causare diarrea, mal di stomaco, fotodermatiti e convulsioni. Perché sono genotossici e teratogeni quindi danneggiano il feto e possono essere causa aborto spontaneo.
In termini di farmaci contro l’aumento di peso , Xenical ha solo efficacia modesta e temporanea. “A partire 2017, nessun farmaco può perdere peso in modo sostenibile e sicuro. Meglio attaccare con i cambiamenti di attività fisica e la dieta con, se necessario, il supporto psicologico.
Diversi trattamenti contro l’ osteoporosi dovrebbero essere esclusi, ad esempio il ranelato di stronzio (Protelos), che può causare disturbi neurologici e cardiovascolari.
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Lista nera dei farmaci che fanno più male che bene
Cancerologia, ematologia: mifamurtide, nintedanib, olaparib, panobinostat, rabectedina, vandetanib, vinflunina, catumaxomab, defibrotide.
Cardiologia: aliskirene, bezafibrato, ciprofibrato, fenofibrato, dronedarone, ivabradina, nicorandil, olmesartan, ranolazina, trimetazidina, vernakalant.
Dermatologia, allergologia: mechitazina, omalizumab, prometazina iniettabile, tacrolimus.
Diabete, nutrizione: alogliptina, linagliptina, saxagliptina, sitagliptina, vildagliptina, canagliflozina, dapagliflozina, pioglitazone, bupropione + naltrexone, orlistat.
Dolori, reumatologia: celecoxib, etoricoxib, parecoxib, aceclofenac, diclofenac, ketoprofene in gel, piroxicam, denosumab, ranelato di stronzio, diaceréina, glucosamina, capsaicina in patch, metocarbamol, tiocolchicoside, chinina, colchicina + polvere d’oppio + tiemonio, desametasone + salicilamide + salicilato di idrossietile, prednisolone + salicilato di glicole dipropilenico.
Gastroenterologia: domperidone, droperidol, prucalopride.
Ginecologia, endocrinologia: tibolone.
Malattie infettive: moxifloxacina, telitromicina.
Neurologia: donepezil, galantamina, rivastigmina, memantina, alemtuzumab, natalizumab, teriflunomide, flunarizina, oxetorone, tolcapone.
Oftalmologia: ciclosporina in collirio, idebenone.
Pneumologia, ORL: efedrina, nafazolina, oximetazolina, fenilefrina, pseudoefedrina, tuaminoeptano, ambroxol, bromexina, folcodeina, tixocortol, omalizumab, mepolizumab, mannitolo per inalazione, nintedanib.
Psichiatria, dipendenze: agomelatina, duloxetina, citalopram, escitalopram, milnacipran, venlafaxina, tianeptina, dapoxetina, etifoxina, bupropione.
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Dominella Trunfio
Fonte: Prescrire