Centinaia di pulcinelle di mare sono state trovate morte sulle coste dell’Alaska. La moria di massa potrebbe essere dovuta ai cambiamenti climatici e le pulcinelle di mare potrebbero essere morte di fame.
Centinaia di pulcinelle di mare sono state trovate morte sulle coste di un’isola dell’Alaska. La moria di massa potrebbe essere dovuta ai e le pulcinelle di mare potrebbero essere morte di fame.
Quello dell’Alaska è solo il più recente dei casi osservati nel mondo in questi ultimi anni. Che cosa sta succedendo? Le pulcinelle di mare non avrebbero nemmeno dovuto trovarsi in Alaska secondo le loro normali rotte migratorie ma negli ultimi anni pare che il loro percorso sia cambiato e che abbiano iniziato ad approdare sull’isola di Saint Paul per poi dirigersi verso Sud per svernare.
Secondo gli esperti che si occupano di monitorare l’isola, le pulcinelle di mare non avrebbero dovuto essere in Alaska in questo periodo dell’anno. All’inizio di ottobre sono cominciati alcuni avvistamenti di pulcinelle di mare e a metà ottobre ecco l’inizio di una progressiva moria che ha portato ad avvistare via via almeno una dozzina di volatili morti ogni giorno.
Trovare due o tre pulcinelle di mare morte in questa stagione è normale, ma ora il triste fenomeno ha colpito troppi esemplari ed è andato oltre le aspettative. Al momento sull’isola di Saint Paul sono state rinvenute almeno 250 pulcinelle di mare senza vita.
Il timore è che una simile moria possa rappresentare un segnale del collasso degli ecosistemi del mar di Bering, le cui acque bagnano le coste dell’isola. Foche, orche e balene vivono qui, e anche loro sono a rischio. Si sta investigando sulle cause della moria. I cambiamenti climatici sono probabilmente uno dei motivi principali.
L’innalzamento delle temperature in Alaska durante la scorsa estate è risultato a dir poco anomalo. Per le pulcinelle di mare che vivono nel Golfo del Maine si è trattato della peggiore stagione riproduttiva di sempre. Nel 2013 nella sola Scozia la moria delle pulcinelle di mare ha interessato ben 2500 esemplari. Dati che fanno comprendere la gravità della situazione in tutto il mondo.
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Gli esperti pensano che le morti di massa indichino dei cambiamenti importanti negli ecosistemi marini. Tali cambiamenti sarebbero associati con il riscaldamento delle acque degli oceani e sarebbero così profondi da minacciare davvero molte specie.
Bisogna agire subito per arginare i cambiamenti climatici!
Marta Albè
Fonte foto: Wikipedia