Una delegazione di Masai in visita in Italia, prima a Palermo e poi a Torino, lancia un appello per salvare la propria terra. I Masai vivono tra il Kenya e la Tanzania e sono un popolo di allevatori di bestiame.
Una delegazione di Masai in visita in Italia, prima a Palermo e poi a Torino, lancia un appello per salvare la propria terra. I Masai vivono tra il Kenya e la Tanzania e sono un popolo di allevatori di bestiame.
La delegazione è arrivata in Italia in rappresentanza di una popolazione di 600 mila persone che sulle proprie terre si dedicano soprattutto alla pastorizia come principale forma di sostentamento. I Masai sono conosciuti anche come un popolo guerriero, ma non hanno mai usato armi da fuoco, mangiano carne ma solo proveniente dagli animali che allevano e non dalla caccia.
I Masai purtroppo stanno vivendo una situazione difficile perché le organizzazioni che dovrebbero aiutarli li stanno abbandonando. In Italia la loro delegazione ha avuto l’occasione di confrontarsi con agronomi e studenti per cercare di migliorare la loro situazione difficile legata all’agricoltura e alla pastorizia.
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L’imposizione di sistemi di agricoltura occidentali stanno impoverendo le loro terre. Ricordiamo che i Masai non cacciano, anzi, contribuiscono a difendere la biodiversità del proprio territorio.
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Inoltre, stanno affrontando il dramma della East Cost Fever, una malattia trasmessa dalle zecche alle loro mucche che non riescono a debellare. La colpa sarebbe dei vaccini scadenti che si trovano ad avere a disposizione.
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A causa delle sperimentazioni in agricoltura che hanno raggiunto il loro territorio sono nate zone praticamente spoglie in cui gli animali non riescono a trovare cibo da brucare. I vaccini per gli animali inoltre non solo sono inefficaci, ma stanno uccidendo il bestiame.
La East Coast Fever è una malattia del bestiame molto grave. Dall’Italia è partito un intervento per aiutare i Masai, con il dottor Di Giulio che ha ideato un vaccino per proteggere il bestiame dalla East Coast Fever. Questo vaccino però ora viene somministrato a dosi inferiori rispetto al necessario e dunque gli animali muoiono comunque.
“Siamo testimoni di continui stermini e abusi e quanto sta accadendo ai Masai è l’esempio di come non si dovrebbe mai consentire di agire, violentando la Madre Terra e distruggendo tradizioni queste si, sostenibili e di coesistenza e rispetto”, ha spiegato Daniele Diaco, Presidente della Commissione Ambiente del Comune di Roma.
I Masai non stanno ricevendo il giusto aiuto nemmeno dalle organizzazioni nonprofit che dovrebbero supportarli. Ora la delegazione Masai è in Italia per lanciare un appello e una richiesta d’aiuto e per capire come mai questo popolo stia subendo danni così grandi per volere di altri senza ricevere aiuto.
Marta Albè