Pietro Parisi: lo chef dice no alla camorra e denuncia il pizzo

La camorra continua a bussare alla porta di Pietro Parisi, lo chef 35enne che, nonostante la fama internazionale, vuole continuare a lavorare a Palma Campania, nell’entroterra vesuviano. E vuole continuare a farlo da uomo libero che non si abbassa alle richieste di pizzo.

Lo annuncia con un post su Facebook, con un messaggio sintetico che non lascia però spazio all’immaginazione.

La camorra continua a bussare alla porta di Pietro Parisi, lo chef 35enne che, nonostante la fama internazionale, vuole continuare a lavorare a Palma Campania, nell’entroterra vesuviano.

E vuole continuare a farlo da uomo libero che non si abbassa alle richieste di pizzo.

Cosa è accaduto? Nei giorni scorsi, nel suo ristorante Era Ora, dopo la mezzanotte si era presentato un ventenne che diceva di essere il figlio di un boss e di essere appena uscito dalla galera. Chiedeva poco, 50 euro, ma chi conosce la dinamica del racket sa che possono bastare anche 10 euro per prendere la via del non ritorno.

Lo chef Parisi è assieme alla moglie e alla figlia di appena tre anni, ma non perde la calma, alza il telefono e chiama i carabinieri: “Il pizzo io non lo pago”.

Davanti alle forze dell’ordine, il presunto figlio del boss si è giustificato con un “ero qui per caso”, a poco è servito perché lo chef ha sporto denuncia immediata, perché non è disposto a rinunciare a ciò che ha costruito con fatica mettendo da parte una carriera internazionale per restare nella sua terra.

“Io non ho paura né di te né di chi ti manda, se vuoi i soldi vai a lavorare oppure vai al diavolo”, era stata la risposta di Parisi.

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È da anni che lo chef, dopo aver lavorato in Francia e negli Emirati Arabi accanto a Ducasse e Marchesi e amatissimo dall’ex presidente Sarkozy e Carla Bruni, denuncia i suoi aguzzini per le pressioni subite e lancia un monito:

“Smettete di seguire il modello Gomorra, perché non porta da nessuna parte e cominciate a seguire le orme dei nostri padri, quando il lavoro era il pane quotidiano ed il sudore rendeva uomini veri”.

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La speranza di Parisi, chef internazionale ma che ama definirsi come contadino promuovendo il Km zero e i cibi della cucina povera, rimane quella che anche altri imprenditori decidano di denunciare.

“Se ognuno di quelli a cui vengono chiesti soldi dicesse no, se ognuno facesse come ho fatto io, se cacciasse queste persone dal proprio locale o dal proprio negozio, faremmo davvero tutti una cosa buona per la nostra terra“.

Ma Parisi assieme ai tanti imprenditori che denunciano il pizzo, non sono degli eroi invincibili ma uomini comuni con le loro paure e le loro incertezze, per questo hanno bisogno di tutele, soprattutto da parte dello Stato.

Dominella Trunfio

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