Proteggere l’Ibis eremita è sempre più difficile a causa della caccia illegale. Sono due gli esemplari impallinati nel giro di una sola settimana dall’inizio di ottobre. L’ultima uccisione è avvenuta l’8 ottobre, solo quattro giorni fa, poco dopo il ritrovamento del primo Ibis eremita morto nello stesso modo.
Proteggere l’Ibis eremita è sempre più difficile a causa della caccia illegale.
Sono due gli esemplari impallinati nel giro di una sola settimana dall’inizio di ottobre. L’ultima uccisione è avvenuta l’8 ottobre, solo quattro giorni fa, poco dopo il ritrovamento del primo Ibis eremita morto nello stesso modo.
Che cosa sta succedendo? L’Italia sta contribuendo ad insegnare agli Ibis eremita a compiere la loro rotta migratoria verso l’Europa grazie a voli controllati. Purtroppo però ciò non riesce a mettere al riparo gli esemplari in volo dai bracconieri.
All’inizio di ottobre è stato ritrovato il corpo senza vita di Kato, giovane Ibis eremita impallinato il primo giorno della stagione venatoria a Punta Ala (Gr).
L’8 ottobre un altro Ibis eremita è stato ucciso da un bracconiere e lasciato morire nei pressi di un torrente, stavolta in provincia di Vicenza.
Si tratta di Tara, uccello esperto di 5 anni, che aveva imparato la rotta di svernamento grazie ad una passata migrazione guidata dall’uomo e ora stava accompagnando il giovane Enno da Salisburgo verso Orbetello, nel pieno della migrazione autunnale.
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La radiografia ha evidenziato numerosi pallini in tutto il corpo e anche un proiettile nell’area dorsale, forse causato da un’arma ad aria compressa, partito da una distanza molto ravvicinata.
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“Urliamo l’appello affinché non si spari agli Ibis eremita! Si tratta di una specie estinta in Europa da 400 anni, che il progetto europeo LIFE+ 12-BIO_AT_000143 “Reason for hope” sta tentando di riportare nei nostri cieli” – sottolinea Cesare Avesani Zaborra, direttore scientifico del Parco Natura Viva di Bussolengo, unico partner italiano del progetto di reintroduzione.
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“L’uccisione per mano dei bracconieri di due esemplari nel giro di 8 giorni e a stagione venatoria appena iniziata compromette seriamente tutto il lavoro che abbiamo svolto negli anni per riportare l’Ibis eremita a vivere in Europa. Chiediamo alle associazioni venatorie nostre partner di agire in maniera decisa per contrastare la piaga della caccia illegale, che danneggia la reputazione internazionale dell’Italia e della sua comunità venatoria” – spiega Johannes Fritz, capo-progetto del Waldrappteam per seguire la migrazione degli Ibis eremita.
Prima di Kato e Tara infatti, c’è stata l’uccisione di Goja e Jedi, per i quali il cacciatore è stato condannato meno di un mese fa alla sospensione della licenza di caccia e ad una sanzione pecuniaria.
Come aiutare gli Ibis eremita
Se avvistate Ibis in difficoltà, contattate il Parco Natura Viva allo 045.7170113: in questo momento stanno volando nei cieli italiani altri 17 Ibis che compiono il viaggio migratorio verso Orbetello, mentre 20 sono già arrivati a destinazione e se gli esemplari adulti, che hanno già imparato la rotta di svernamento dall’Austria alla Toscana, continueranno ad essere abbattuti, non ci sarà nessuna speranza nemmeno per i giovani.