La Luna si sarebbe formata dall'impatto fra la Terra e un altro corpo celeste, da cui si sprigionò una quantità talmente elevata di energia da vaporizzare una parte del mantello del nostro pianeta.
Com’è nata la Luna? Moltissime sono state le teorie nel corso dei secoli: da George Darwin, figlio di Charles, che ipotizzò che del materiale fuso avrebbe dato origine alla Luna poi attratta dalla Terra, fino a spiegazioni più recenti, quando si è suggerito che grosse quantità di materiale, dopo un’esplosione nucleare, possano aver generato il nostro satellite.
L’ipotesi più accredita nel tempo è stata tuttavia quella per cui la Luna è un pezzetto del pianeta Terra, concetto che si basa sul fatto che la Terra, ruotando più velocemente di oggi, si sarebbe scontrata con un corpo gigantesco e, dalla perdita di materiale magmatico, si sia formata la Luna. A seguito di tale impatto, la velocità terrestre si sarebbe rallentata a causa della combinazione con l’orbita lunare, quella solare e, infine, della perdita di parte della sua massa.
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La conferma arriva oggi dalle analisi chimiche fatte da un gruppo di ricercatori dell’Università di Harvard su 7 campioni di roccia lunare, che risalgono a 4,5 miliardi di anni fa quando la Terra fu bombardata da una serie di collisioni con altri oggetti che intersecavano la sua orbita. Dalle polveri generate dall’ultima collisione, si sarebbe staccato, secondo gli studiosi, un pezzetto di del nostro pianeta dando origine alla Luna (a discapito di un primo modello di impatto che invece si basava su uno scontro a bassa energia).
Gli studiosi guidati da Kun Wang e Stein Jacobsen hanno analizzato i rapporti tra gli isotopi di potassio nelle rocce lunari e ne sono venute fuori due solide prove che sostengono l’ipotesi dell’impatto gigante e quindi ad alta energia: la velocità di rotazione della Terra e della Luna e la composizione isotopica di alcuni elementi presenti nelle rocce terrestri e lunari che, diversamente da quanto accade per gli altri pianeti e satelliti, sono praticamente identiche. Anche troppo: secondo la dinamica dell’impatto formulata nel primo modello dell’impatto si sarebbero dovute rilevare maggiori differenze, da collegare alla diversa composizione isotopica del corpo celeste che aveva colpito la Terra.
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Come spiegare queste somiglianze? Se nel modello che prevedeva un impatto a bassa energia la Terra e la proto Luna sarebbero rimaste entrambe avvolte da una sorta di nube di silicati vaporizzati e questo vapore avrebbe consentito lo scambio di isotopi tra la Terra e il materiale fuso della proto-Luna prima della sua solidificazione, in quest’ultimo modello proposto l’impatto fu così brutale da vaporizzare una parte del nostro pianeta e parte del corpo che aveva urtato la Terra, consentendo così il rimescolamento degli isotopi in una massa vaporizzata che si sarebbe ingrandita per riempire uno spazio oltre 500 volte più grande della Terra attuale, per poi raffreddarsi e condensarsi nella Luna.
I ricercatori di Harvard hanno a questo punto analizzato gli isotopi di potassio per misurarli con una precisione dieci volte superiore alle precedenti misurazioni e hanno scoperto che nelle rocce lunari uno di due isotopi stabili del potassio (potassio-41 e potassio-39), quello in forma più pesante, si ritrova in misura più elevata nelle rocce terrestri.
Dunque, la Luna sarebbe nata dalle “polveri” della Terra dopo un violento impatto. Solo questo può spiegarci le somiglianze della sua composizione e dell’orbita con la Terra.
Germana Carillo