Secondo un ultimo studio, la dieta mediterranea salva il cuore e non solo quello delle persone sane ma anche di coloro che hanno una malattia cardiovascolare alle spalle
Dieta mediterranea e cuore. La dieta mediterannea è un toccasana e questo noi ve lo diciamo da sempre. Se poi gli studi su questo tipo di alimentazione si moltiplicano a ritmo incalzante e sono costantemente incentrati sui benefici che comporta non ci sono più dubbi: la dieta mediterranea è la migliore in assoluto se seguita con le dovute accortezze.
Secondo un ultimo studio, la dieta mediterranea salva il cuore e non solo quello delle persone sane (come è stato già ampiamente dimostrato) ma anche di coloro che hanno una malattia cardiovascolare alle spalle. La dieta mediterranea, avrebbe anche una funzione protettiva in chi avesse già avuto un infarto o sviluppato dei problemi cardiaci.
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La ricerca, condotta dall’IRCCS Neuromed di Pozzilli, in provincia di Isernia, e presentata al congresso della Società europea di cardiologia a Roma, ha dimostrato che la regina degli stili alimentari può essere associata a un ridotto rischio di morte prematura in pazienti che avevano già sofferto di una patologia cardiovascolare.
Per arrivare a questa conclusione, i ricercatori hanno analizzato i dati contenuti nel progetto Moli-sani, uno studio epidemiologico che monitorizza la salute di 25mila adulti residenti in Molise.
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LO STUDIO – Nella ricerca sono stati coinvolti circa 1.200 pazienti con una storia di malattia cardiovascolare, scelti tra circa 5mila persone l’anno per cinque anni – dal 2005 al 2010, che rappresenta il 10% di tutti gli adulti molisani. Si è dapprima verificato quante persone fossero morte (208), poi l’aderenza di tutti i volontari alla dieta mediterranea, valutandola con un punteggio da 0 a 9 punti.
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Il gruppo con i punteggi più alti che andavano da 6 a 9 ha evidenziato un rischio di morte prematura più basso, rispetto a coloro che hanno conseguito punteggi più bassi. Tra le persone con un’adesione più alta alla dieta mediterranea la mortalità per qualsiasi causa è stata ridotta del 37% rispetto a chi seguiva poco o niente questo stile alimentare.
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“Non è vero che dopo un infarto è tutto perduto – dice Giovanni de Gaetano, responsabile del Dipartimento di epidemiologia e prevenzione all’Irccs Neuromed, Istituto neurologico mediterraneo di Pozzilli -. I nemici del cuore si combattono anche a tavola. Perciò ai pazienti dico di non focalizzarsi solo sui farmaci, ma anche sullo stile di vita: qualche chilometro o rampa di scale in più a piedi, tv spente e alimentazione ‘scudo‘”.
Ciò che c’è da fare, dunque, è scegliere una volta per tutte una dieta ricca di frutta e verdura, pesce, cereali (meglio se integrali) e grassi polinsaturi, povera di carni e latticini, consumando poco alcol ed eliminando del tutto le sigarette.
Germana Carillo