Alda Merini, ricordiamo la poetessa ‘nata a Primavera’

Il 21 marzo ricordiamo Alda Merini, la poetessa milanese che avrebbe compiuto 91 anni. Era nata nel 1931 e ci ha lasciati nel 2009 ma sono rimaste le sue poesie a tenerci compagnia.

Alda Merini è considerata la poetessa più importante nel panorama della letteratura italiana contemporanea. Nei suoi scritti spicca il tema della follia e il dramma della reclusione nelle cliniche psichiatriche.

Dall’età di 16 anni infatti Alda Merini dovette affrontare la malattia che segnò tutta la sua vita: il disturbo bipolare.

“Sono nata il ventuno a primavera ma non sapevo che nascere folle, aprire le zolle potesse scatenare tempesta” – scriveva la poetessa.

Il disturbo bipolare la accomuna ad altri scrittori e artisti geniali, tra ci troviamo Charles Baudelaire, Ernest Hemingway, Francis Scott Fitzgerald, George Gordon Byron, August Strindberg e Virginia Woolf.

La poetessa riteneva che nelle malattie mentali la parte primitiva del nostro essere, la parte strisciante, preistorica, viene a galla e così ci troviamo a essere rettili, mammiferi, pesci, ma non più esseri umani.

Nella raccolta di poesie ‘La Terra Santa’ Alda Merini ha raccontato il proprio dramma di donna malata e reclusa. Si tratta dell’opera che ha fatto conoscere la sua poesia al grande pubblico.

Nel 2000 esce nell’edizione Einaudi, ‘Superba è la notte’, un volume risultato di un lavoro minuzioso compiuto su numerose poesie inviate all’editore Einaudi e ad Ambrogio Borsani. I versi che compongono la raccolta sono stati scritti dal 1996 al 1999.

Nel 2009 viene invece pubblicato il documentario, “Alda Merini, una donna sul palcoscenico”, del regista Cosimo Damiano Damato, presentato alle Giornate degli Autori della 66ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Il film, prodotto da Angelo Tumminelli vede la partecipazione di Mariangela Melato e le fotografie di Giuliano Grittini.

“Era una persona straordinaria, io l’ho seguita per anni anche se non era facile fare qualcosa per lei perché non si capiva mai cosa voleva”. Ecco cosa voleva, il suo desiderio più grande: “Vincere il Nobel… e avere una laurea, così potrei avere una scrivania …anche se i miei versi più belli mi son venuti mentre lavavo i piatti o scopavo il pavimento…” ha commentato il giorno della morte di Alda Merini, il 1° novembre 2009, Tiziana Maiolo assessore alle politiche sociali del Comune di Milano.

Noi la vogliamo ricordare Alda Merini con una delle sue poesie.

Ieri ho sofferto il dolore,
non sapevo che avesse una faccia sanguigna,
le labbra di metallo dure,
una mancanza netta d’orizzonti.
Il dolore è senza domani,
è un muso di cavallo che blocca
i garretti possenti,
ma ieri sono caduta in basso,
le mie labbra si sono chiuse
e lo spavento è entrato nel mio petto
con un sibilo fondo
e le fontane hanno cessato di fiorire,
la loro tenera acqua
era soltanto un mare di dolore
in cui naufragavo dormendo,
ma anche allora avevo paura
degli angeli eterni.
Ma se sono così dolci e costanti,
perché l’immobilità mi fa terrore?

(Alda Merini, da “La Terra Santa”)

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