Il Libano è in piena crisi rifiuti. Un fiume di sacchetti di immondizia versati per le strade di Beirut mostrano un paesaggio surreale e devastante.
Il Libano è in piena crisi rifiuti. Un fiume di sacchetti di immondizia versati per le strade di Beirut mostrano un paesaggio surreale e devastante.
Una immondezzaio che si estende per centinaia di metri nella periferia della capitale libanese ed è la conseguenza della chiusura della discarica principale avvenuta circa sette mesi fa. Ad oggi però non è stata fornita una valida alternativa per gestire lo smaltimento dei rifiuti.
Fallito anche il tentativo di una società privata che doveva temporaneamente occuparsi della spazzatura, i sacchetti hanno cominciato a invadere tutte le vie cittadine. Rifiuti di ogni genere, che stanno creando una situazione allarmante e poco rassicurante per la salute degli abitanti.
A poco sono servite le proteste portate avanti da privati cittadini e associazioni perché dal ministro dell’Ambiente, Mohammad Machnouk non è ancora arrivata un’alternativa valida a questo disastro ambientale, se non quella di riaprire la vecchia discarica chiusa a luglio.
Inaugurata nel 1997 essa aveva una capacità di contenimento di circa 2 milioni di tonnellate di rifiuti ma ne aveva raccolti più di 15 milioni. Da lì la protesta dei residenti e l’impedimento ai camion di accedere alla discarica.
Adesso i rifiuti padroneggiano le strade e la diossina aumenta a causa dell’enorme quantità di materiale di ogni tipo bruciato. C’ è il rischio di un inquinamento ambientale senza precedenti.
Le autorità nei giorni scorsi, avevano tentato di inviare i rifiuti in Russia attraverso una società britannica ma la documentazione necessaria non era in regola, per cui adesso toccherà solo aspettare che il Consiglio libanese decida al più presto, prima che si arrivi a un rischio epidemia.
Dominella Trunfio
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