La singolare abitudine in alcuni Paesi del Nord di far dormire per un po' i bambini all'esterno per i benefici che ne scaturiscono
Nanna sotto zero, ovvero perché fare dormire i vostri bimbi all’aperto esposti al gelo. Forse qualcuno potrebbe storcere il naso. Capisco che il freddo non faccia male ai bimbi e che tenerli all’aria aperta giovi solo al loro sistema immunitario, ma l’abitudine che hanno in Finlandia un po’ di sconcerto in qualcuno potrebbe lasciarlo. Non fosse altro che i pupetti vengono lasciati con disinvoltura a fare il loro pisolino all’esterno, con temperature anche molto rigide, per un’autentica “nanna sotto zero”.
Un’abitudine che ha dell’illogico? No, tutt’altro. Si poggia, infatti, su un solido fondamento scientifico.
La storia è questa: se fuori si crepa dal freddo, non c’è temperatura migliore per far dormire (per un po’) i pargoli in veranda o in giardino, nella loro comoda carrozzina. Nei Paesi nordici, non solo in Finlandia, è una pratica diffusissima, tanto che i genitori si attrezzano anche con un baby monitor analogico (itkuhälytin in finlandese) per dare un’occhiata al bimbetto lì fuori.
Non è una usanza del tutto scellerata, a ben vedere, se si considera che la pratica risale addirittura agli anni ’20, quando il pediatra Arvo Ylppö contribuì a ridurre gli alti tassi di mortalità in Finlandia raccomandando alle madri proprio di far dormire i bambini all’esterno, anche con temperature tra i -10° e i -15°. La temperatura bassa e la luce del sole avrebbero scongiurato il rachitismo, migliorato la circolazione del sangue e aumentato l’immunità ai batteri.
Tutto ciò trova riscontro in uno studio dell’Università di Oulu, secondo cui i bambini dormirebbero meglio all’aria aperta e la dormitina sarebbe tre volte più lunga di quella tra le quattro mura domestiche. In più, la temperatura esterna ideale sarebbe di -5°C.
L’unica raccomandazione è quella di assicurarsi che il bambino sia ben coperto, sia protetto dal vento, dalla pioggia e dalle punture di insetti e che abbia vestiti di lana quando la temperatura scende al di sotto dello zero. La “nanna sotto zero” la si usa anche negli asili e nelle scuole materne svedesi, un modo, insomma per inculcare la convinzione che il freddo non deve essere un impedimento alle uscite e alle varie attività, soprattutto in Paesi dove le ore di sole sono davvero contate.
E voi cosa ne pensate? Probabilmente se lasciassimo il bebè fuori al ristorante mentre noi mangiamo una pizza, ci beccheremmo una denuncia per abbandono di minore. Ma ci farebbe anche bene capire che chiuderli dentro casa quando fa freddo (e le nostre, ad eccezion fatta di alcuni luoghi, non sono nemmeno temperature così rigide) e soprattutto quando fuori splende il sole sarebbe un vero peccato!
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