Un progetto scolastico realizzato nel corso dell’ultimo anno del liceo diventa, poco a poco, una scelta di vita: ecco la tiny house essenziale, sostenibile e confortevole che la neozelandese Gabriella Grace ha costruito a soli diciotto anni con l’aiuto di suo padre e che oggi è diventata la sua casa.
Un progetto scolastico realizzato nel corso dell’ultimo anno del liceo diventa, poco a poco, una scelta di vita: ecco la tiny house essenziale, sostenibile e confortevole che la neozelandese Gabriella Grace ha costruito a soli diciotto anni con l’aiuto di suo padre e che oggi è diventata la sua casa.
Parcheggiata a pochi passi dal mare, poco distante dal centro di Wellington, la capitale della Nuova Zelanda, la tiny house d Gabriella Grace offre una vista mozzafiato sulla baia. Apparentemente, può sembrare un rimorchio rivestito di pannelli di compensato: ma questo involucro ordinario nasconde una abitazione di sedici metri quadri dotata di tutto il necessario.
L’interno della casa è su due livelli, con un piano inferiore in cui si trovano la cucina, la zona giorno e il bagno, e un piano superiore o soppalco interamente occupato dal letto, a cui si accede con una scala a pioli.
La maggior parte degli arredi, a partire da un divano-letto-dispensa realizzato con pallet di legno e con un materasso, nasce dal recupero e dal riciclo creativo di altri oggetti, mobili o materiali, molti dei quali sono stati acquistati di seconda mano e a basso costo su Trade Me, la versione neozelandese di Craiglist. Tutti gli arredi sono stati rifiniti e personalizzati dalla ragazza, oggi ventenne, in modo da dare alla casa un’impronta unica.
La tiny house è provvista di quasi tutto, comprese doccia e toilette compostante: manca solo il frigorifero, anche se Gabriella, che per il momento ha scelto di fare la spesa giorno per giorno, acquistando solo prodotti freschi, non esclude di procurarsene uno, in futuro.
La piccola abitazione dispone sia di pannelli solari che di connessione alla rete elettrica, è dotata di un sistema di raccolta dell’acqua e incorpora persino un impianto stereo, in modo da poter diffondere la musica in tutto l’ambiente, gestendolo attraverso un’autoradio collocata nella parete della cucina.
Per costruire e arredare la sua tiny house, Gabriella ha speso 26.000 dollari neozelandesi, che corrispondono a poco più di 15.000 euro: un piccolo investimento che le ha permesso di avere una casa autosufficiente, accogliente e sostenibile tutta per sé.
Niente male per quello che era nato come un semplice progetto scolastico.
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