Inside Out e le cinque emozioni primarie. Le emozioni sono il sale della vita, siete d’accordo? Inside Out, l’ultimo film di animazione della Pixar, ci porta a riflettere sull’importanza delle emozioni nella nostra vita e a voler comprendere quale sia il loro ruolo nella quotidianità.
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Le emozioni sono il sale della vita, siete d’accordo? Inside Out, l’ultimo film di animazione della Pixar, ci porta a riflettere sull’importanza delle emozioni nella nostra vita e a voler comprendere quale sia il loro ruolo nella quotidianità.
La protagonista di Inside Out è Riley, una ragazzina di 11 anni che ad un certo punto, proprio quando la sua vita sembra perfetta, si trova costretta a trasferirsi con i genitori dal Minnesota a San Francisco per via del lavoro del padre. Le emozioni di gioia, tristezza, paura, rabbia e disgusto entrano in gioco e caratterizzano i diversi momenti della giornata di Riley. Sono proprio le emozioni che la guidano attraverso i numerosi cambiamenti che si trova ad affrontare e che ci portano a diretto contatto con la protagonista durante il film.
Esistono diverse teorie su quelle che vengono chiamate emozioni primarie o emozioni di base. In questo caso in Inside Out è stato dato spazio alle cinque emozioni primarie evidenziate dalle teorie di Paul Ekman, uno degli psicologi più famosi della nostra epoca, che ha approfondito il tema delle emozioni e ne ha studiato il collegamento con le espressioni facciali.
Ekman ha preso in considerazione anche una sesta emozione accanto alle cinque primarie, cioè la sorpresa, che in realtà, a ben vedere, potrebbe essere valutata come un’emozione secondaria, cioè come un mix di gioia e di paura.
Nel corso del tempo lo psicologo ha ampliato la propria lista delle emozioni di base arrivando ad indicarne molte più di cinque o sei, ma a quanto pare Inside Out si è voluto soffermare proprio sul nucleo centrale composto dalle cinque emozioni primarie.
Questo significa che nella vita noi proviamo soltanto cinque emozioni? Non è così, dato che dalle emozioni primarie nascono numerose emozioni secondarie. Anche Inside Out mette in evidenza questo aspetto. Ce ne accorgiamo quando il personaggio di Tristezza entra in contatto con i ricordi felici dell’infanzia. In questo modo, dall’incontro tra gioia e tristezza, nasce una nuova emozione: la malinconia.
A questo proposito, Christophe Haubursin ha creato un grafico che mostra come dall’unione delle cinque emozioni primarie nascano delle emozioni secondarie. Questa tabella conferma proprio il fatto che la sorpresa possa essere considerata un’emozione secondaria, dato che nasce dall’unione delle emozioni primarie di gioia e paura.
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L’aspetto più importante di cui tenere conto è che le cinque emozioni di per sé non sono né positive né negative. Ad esempio, a prima vista la tristezza sembra negativa ma in realtà è un’emozione utile perché senza di essa non potremmo sfogarci a causa di un avvenimento spiacevole e non potremmo nemmeno conoscere la gioia. Così come la luce non può esistere senza il buio, la gioia non può manifestarsi fino in fondo se non ha mai avuto come controparte un momento di tristezza.
Dato che sulle emozioni sono state espresse diverse teorie, non tutti saranno d’accordo sulla scelta di queste cinque emozioni primarie per quanto riguarda la realizzazione di Inside Out, ma questo piccolo gruppo di emozioni rappresenta comunque uno spunto di riflessione interessante
Proviamo ad approfondire il tema delle emozioni primarie e il loro ruolo nella nostra vita prendendole in considerazione una ad una.
Gioia
Se non provassimo gioia, non avremmo mai il piacere di sorridere nella vita. La gioia è l’emozione che ci permette di affrontare le nostre giornate con entusiasmo. Può nascere da un avvenimento importante o dalla capacità di apprezzare le piccole cose della vita quotidiana. La gioia però può anche diventare una maschera per nascondere la tristezza e per non affrontare i nostri problemi. Dovremmo imparare a vivere i momenti di gioia fino in fondo e ad esprimere meglio questa emozione sia verso noi stessi che nei confronti degli altri. La gioia da sola non è comunque sufficiente a farci progredire nella vita e Inside Out lo mostra bene quando il personaggio di Gioia finalmente comprende che Tristezza deve intervenire per permettere alla protagonista di prendere una decisione importante e di crescere.
Tristezza
Se non provassimo mai nemmeno un briciolo di tristezza, forse non saremmo nemmeno umani. Nello stesso tempo, vivere in uno stato di tristezza perenne non è positivo. Dovremmo cercare di trovare il giusto equilibrio. Inside Out mostra che la tristezza ha un ruolo davvero importante nella nostra vita. Cercare di scacciarla senza affrontarla non risolve i nostri problemi. Quando affrontiamo una situazione spiacevole, la tristezza ci porta alle lacrime e ci permette di sfogarci. Il pianto diventa liberatorio e in seguito possiamo sentirci meglio. È accettare la tristezza che permette a Riley di tornare dalla sua famiglia e di iniziare una nuova vita.
Paura
Come la tristezza, anche la paura di per sé non è negativa, anzi. Si tratta dell’emozione che ci permette di evitare i pericoli e che in molti casi può salvarci la vita. Ad esempio, è la paura che ci ricorda di guidare con prudenza e che ci suggerisce come comportarci di fronte ad un ostacolo o come superare una situazione di difficoltà. Possiamo imparare a sfruttare la paura come un’emozione che ci tutela dai pericoli, senza però farci paralizzare da essa.
Rabbia
La rabbia può diventare distruttiva e nello stesso tempo, se ben gestita, può trasformarsi in una preziosa risorsa per reagire. È grazie alla rabbia che Riley riesce a far emergere la propria grinta durante le partite di hokey per dimostrare ai nuovi compagni di squadra e agli avversari quanto vale. Possiamo trovare il modo giusto per sfogare la rabbia in modo che non ci corroda dall’interno. La rabbia ci aiuta a lottare, a non arrenderci di fronte alle difficoltà e alle ingiustizie.
Disgusto
A prima vista esprimere il proprio disgusto in determinate circostanze può sembrare maleducato e sconveniente, ma in realtà molte delle nostre scelte si basano proprio su questa emozione. Il disgusto ci permette di scartare ciò che non rispecchia le nostre preferenze per fare spazio invece a ciò che ci è più consono e che desideriamo davvero. Ci aiuta a non vivere in uno stato di eterna indecisione ed è un apripista per il cambiamento, dato che ci porta ad organizzarci per modificare la situazione in cui ci troviamo e renderla più vicina a ciò che vogliamo in questo momento.
Cosa possiamo fare, dunque, per migliorare la nostra vita a partire dalle emozioni?
Possiamo iniziare ad esaminare le nostre emozioni partendo proprio da questi punti basilari. Guardiamoci dentro, cerchiamo di capire cosa stiamo provando davvero in un determinato momento. Riconoscere le emozioni dentro di noi non sempre è un’impresa semplice. Richiede tempo e concentrazione, ma è un passo importante per migliorare il nostro rapporto con noi stessi e con gli altri.
Infatti, quando avremo imparato a chiamare per nome e ad accettare le nostre emozioni, riusciremo a riconoscere meglio quelle delle altre persone. Nessuno può nascondere le emozioni che prova, perché compaiono in modo più o meno evidente sul viso di ognuno di noi. Da questo punto di vista siamo davvero un libro aperto e imparare a leggerlo è davvero una grande avventura.
Marta Albè
Fonte foto: Inside Out
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