Riscaldamento domestico, come fare a contenere i costi della bolletta energetica e a ridurre la produzione di inquinamento? Già da oggi in 4.300 comuni italiani, quelli della zona climatica “E” avranno il via libera per il riscaldamento. Per questo il Ministero dello sviluppo economico e l'Enea hanno preparato un vademecum, una serie di consigli per aiutare i cittadini a scaldare al meglio le proprie case, riducendo gli sprechi e anche il rischio di trovare sorprese in bolletta
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Riscaldamento domestico, come fare a contenere i costi della bolletta e a ridurre la produzione di inquinamento? Già da oggi 4.300 comuni italiani, quelli della zona climatica “E” avranno il via libera per il riscaldamento. Per questo il Ministero dello sviluppo economico e l’Enea hanno preparato un vademecum, una serie di consigli per aiutare i cittadini a scaldare al meglio le proprie case, riducendo gli sprechi e anche il rischio di trovare sorprese in bolletta.
Dal 26 settembre inoltre saranno in vendita solo le caldaie ad alto rendimento. Ecco le 10 regole da tenere ben presenti in vista dell’arrivo dell’inverno.
Prevenire è meglio che curare
Meglio non pensarci tanto su e fare la manutenzione degli impianti per ridurre i consumi e la produzione di emissioni. Senza contare che chi non lo fa rischia una multa di 500 euro, come stabilito dal DPR 74/2013.
Misuriamo la temperatura…all’ambiente
Dovremmo ormai sapere che scaldare troppo la casa fa male alla salute e al portafoglio. Lo dice anche la normativa, che consente una temperatura di 20 – 22 gradi. Tuttavia, anche 19° sono più che sufficienti a garantire il comfort necessario. Pensiamoci bene: ogni grado abbassato comporta un risparmio dal 5 al 10% sui consumi di combustibile.
Ore di accensione, verifichiamo la nostra zona climatica
Attenti alle ore di accensione. Il tempo massimo giornaliero è indicato per legge e cambia a seconda delle 6 zone climatiche in cui è suddivisa l’Italia. Si va da un minimo di 6 ore (Lampedusa, Linosa, Porto Empedocle) a un massimo di 24 a Belluno e Cuneo.
Cronotermostati, questi sconosciuti
Qualcuno li conosce già e li usa. Si tratta dei moderni dispositivi elettronici che consentono di regolare temperatura e tempo di accensione. In questo modo si mantenere l’impianto in funzione solo quando si è in casa.
Valvole termostatiche
Non sottovalutiamole. Permettono infatti di aprire o chiudere la circolazione dell’acqua calda nel termosifone, aiutando a concentrare il calore negli ambienti più frequentati.
Pannelli riflettenti tra muro e termosifone
Un ‘trucco’ vecchio ma sempre valido per ridurre le dispersioni di calore.
Fuori il freddo, schermando le finestre
Serrare persiane e tapparelle o mettere tende pesanti aiuta a diminuire le dispersioni di calore verso l’esterno contribuendo a ridurre la necessità di riscaldare.
Facciamo il check up alla casa
L’isolamento termico su pareti e finestre è un aspetto da non trascurare. Se l’edificio è stato realizzato prima del 2008, probabilmente non rispetta le attuali normative sul contenimento dei consumi energetici. Con nuovi modelli che disperdono meno calore, il beneficio può essere doppio: si riducono i consumi di energia fino al 20% e si può usufruire dei cosiddetti ecobonus, la detrazione fiscale del 65%.
Per approfondire: EFFICIENZA ENERGETICA 2015: TUTTE LE NOVITA’ PER LE DETRAZIONI FISCALI AL 65% E 50%
Vecchio impianto, fatti da parte!
Se il nostro impianto ha più di 15 anni, forse è meglio valutarne la sostituzione con nuovi sistemi tra cui le caldaie a biomasse, le pompe di calore, o con impianti integrati dove la caldaia è alimentata con acqua preriscaldata da un impianto solare termico e/o da una pompa di calore alimentata da un impianto fotovoltaico. Anche in questi casi è possibile richiedere l’ecobonus.
Termosifoni, liberi di riscaldare
E infine una regola semplice e sempre valida. Mai mettere ostacoli davanti e sopra i termosifoni. Tende, mobili, sedie, ma anche abiti da asciugare non vanno d’accordo con i radiatori ostacolandone il lavoro.
Francesca Mancuso
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