Ingrassate in modo brutale e forzato. È questa la sorte, ormai nota, di anatre e oche allevate per il foie gras. A riportare alla ribalta questa selvaggia pratica è una nuova inchiesta condotta dagli attivisti di Essere Animali e Promoviendo el Veganismo, che si sono infiltrati in alcuni allevamenti dei Pirenei francesi per documentare la produzione di foie gras
Ingrassate in modo brutale e forzato. È questa la sorte, ormai nota, di anatre e oche allevate per il foie gras. A riportare alla ribalta questa selvaggia pratica è una nuova inchiesta condotta dagli attivisti di Essere Animali e Promoviendo el Veganismo, che si sono infiltrati in alcuni allevamenti dei Pirenei francesi per documentare la produzione di foie gras.
Una leccornia per i francesi, ottenuta dall’uccisione di anatre e oche sottoposte all’alimentazione forzata. Il fegato infatti deve raggiungere un peso minimo di 300 gr. per le anatre e 400 gr. per le oche. Solo i pulcini maschi sono avviati all’ingrasso, mentre le femmine vengono uccise alla nascita perché il loro fegato è considerato di qualità inferiore.
L’indagine ha coinvolto sei allevamenti dei Pirenei francesi, nella nazione dove viene prodotto oltre il 70% del foie gras distribuito poi in tutto il mondo, Italia inclusa. Le immagini documentano l’intero processo di produzione, dall’arrivo dei pulcini fino alla loro macellazione.
Il filmato mostra le condizioni in cui versano 44 milioni di animali che ogni anno, solo in Francia, vengono ingozzati con enormi razioni di cibo, inserite direttamente nello stomaco con un lungo tubo metallico.
Un processo, noto come ‘gavage‘, pensato per provocare in pochi giorni un’infiammazione del fegato e una conseguente lipidosi epatica. L’Ue ha condannato questo trattamento che viene comunque riconosciuto come ‘pratica corrente’ in alcune nazioni.
Il foie gras è esportato in tutto il mondo, anche dove l’alimentazione forzata è illegale, come in Italia che nel 2014 ne ha importato circa 33 tonnellate.
“Nonostante sia vietato dalle direttive europee molti animali sono ancora allevati in gabbie individuali, rinchiusi in uno spazio grande come il loro corpo, dove non possono nemmeno aprire le ali. Ma anche quando la legge viene rispettata, il gavage causa problemi respiratori, vomito, diarrea, ferite alla gola e all’esofago. Al macello vi sono anatre che sembrano coscienti e ancora si muovono mentre muoiono dissanguate”, sostengono i responsabili di Essere Animali.
“Con la diffusione di questa indagine l’associazione chiede alle catene di supermercati che ancora vendono questo prodotto di cessare le vendite. Il foie gras è oggi distribuito nei negozi Eataly e nei punti vendita della grande distribuzione Esselunga, Conad, Carrefour, Bennet, Auchan e Pam. Su stopfoiegras.org è possibile firmare una petizione indirizzata a queste società”.
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Francesca Mancuso
Foto: Essere animali
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