Concentrato di pomodoro importato in Italia dalla Cina. La Coldiretti lancia l’allarme. Le importazioni di concentrato di pomodoro sono aumentate del 520% e a fine anno raggiungeranno circa 90 milioni di chili, pari al 10% della produzione nazionale
Concentrato di pomodoro importato in Italia dalla Cina. La Coldiretti lancia l’allarme. Le importazioni di concentrato di pomodoro sono aumentate del 520% e a fine anno raggiungeranno circa 90 milioni di chili, pari al 10% della produzione nazionale.
La Coldiretti fa riferimento ai dati Istat relativi al primo semestre del 2015 per denunciare i rischio concreto che il concentrato di pomodoro cinese venga spacciato come Made in Italy sui mercati nazionali e esteri.
Il problema è aggravato dall’assenza dell’obbligo di indicare in etichetta la provenienza di questo prodotto. Secondo Coldiretti dalla Cina si sta assistendo ad un vero e proprio traffico di navi che sbarcano fusti dal peso di oltre 200 chili contenenti concentrato di pomodoro pronto da rilavorare e confezionare come italiano.
Nei contenitori per la vendita al dettaglio è obbligatorio indicare solo il luogo di confezionamento, non quello di coltivazione dei pomodori. Il rapporto Agromafie elaborato dall’Osservatorio sulla criminalità in agricoltura insieme ad Eurispes e Coldiretti ha evidenziato che la maggioranza degli sbarchi avviene nel porto di Salerno, in Campania.
La Coldiretti chiede che questo commercio venga reso trasparente con l’obbligo di indicare in etichetta il luogo di coltivazione dei pomodori. La questione del concentrato di pomodoro proveniente dalla Cina non è nuova ma a quanto pare il fenomeno si sta aggravando.
La scorsa settimana la trasmissione Le Iene ha portato questo tema sugli schermi televisivi presentando un’intervista ad una grande azienda che in Cina produce concentrato di pomodoro che viene spedito in Europa, Italia compresa, e che una volta giunto a destinazione viene diluito e usato per i sughi.
La Cina ha iniziato la coltivazione di pomodoro per l’industria nel 1990 e oggi rappresenta il secondo bacino di produzione dopo gli Stati Uniti, superando l’Unione Europea. Ma il gigante asiatico nel 2014 ha conquistato anche il primato di notifiche per prodotti alimentari irregolari perché contaminati dalla presenza di micotossine, additivi e coloranti al di fuori dalle norme di legge, secondo un’elaborazione della Coldiretti sulla base della Relazione sul sistema di allerta per gli alimenti. Su un totale di 3.097 allarmi per irregolarità segnalate in Europa, ben 469 (15%) hanno riguardato la Cina.
Secondo i dati messi a disposizione da Coldiretti, il pomodoro è il condimento maggiormente acquistato dagli italiani. A rischio c’è un settore, quello del pomodoro da industria, dove sono impegnati in Italia oltre 8000 imprenditori agricoli che coltivano su circa 72 mila ettari, 120 industrie di trasformazione in cui trovano lavoro ben 10 mila persone, con un valore della produzione superiore ai 3,3 miliardi di euro.
Come possiamo difenderci dal pomodoro importato e rivenduto in modo irregolare? Forse non ci resta davvero che coltivare pomodori nel nostro orto per portare in tavola ortaggi e condimenti sicuri.
Marta Albè
Fonte foto: Via
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