Avere acqua pulita nel deserto sfruttando i cambiamenti climatici e l'energia fornita gratuitamente dal sole. Sembra un paradosso ma a fornire una nuova soluzione contro la siccità è Ap Verheggen, che ha ideato WaterDrop, un dispositivo portatile alimentato a energia solare che produce acqua potabile
Avere acqua pulita nel deserto sfruttando i cambiamenti climatici e l’energia fornita gratuitamente dal sole. Sembra un paradosso ma a fornire una nuova soluzione contro la siccità è Ap Verheggen, che ha ideato WaterDrop, un dispositivo portatile alimentato a energia solare che produce acqua potabile.
Tra qualche anno, l’acqua per molti paesi del mondo sarà un lontano ricordo. Ai ritmi attuali, secondo un’analisi del World Resources Institute entro il 2040, ben 33 paesi si troveranno a far fronte a uno stress idrico estremo.
Da qui la necessità di cercare di arginare il problema non solo cercando di attuare iniziative di prevenzione ma sviluppando anche soluzioni innovative in grado di garantire l’acqua laddove manca o mancherà.
Ap Verheggen da tempo lavora su questo fronte. È sua SunGlacier, la “foglia” ad energia solare che produce acqua nel deserto.
La sua idea, realizzata in chiave estetica, era quella di un’enorme costruzione ricoperta da celle fotovoltaiche per i 200 metri quadri della sua superficie. Al di sotto essa ospitava un sistema di condensatori in grado di assorbire l’umidità dall’aria del deserto.
La novità invece è di ridotte dimensioni e decisamente più pratica da realizzare e trasportare. Si chiama WaterDrop ed è un dispositivo portatile alimentato a energia solare che assorbe la condensa trasformandola in acqua da bere.
Come? I moduli fotovoltaici presenti nella parte esterna assorbono energia solare durante il giorno. Quest’ultma viene poi utilizzata per raffreddare l’aria e produrre la condensazione, alimentando anche una sorta di ventilatore per creare un flusso d’aria. Le gocce d’acqua così prodotte vengono raccolte in una piccola cisterna.
Ap ammette che il concept sia un po’ fantascientifico, ma la tecnologia solare ha fatto enormi passi avanti negli ultimi anni.
“Abbiamo avviato il progetto SunGlacier con l’intenzione di inviare un segnale positivo e ottimista a tutti nel dibattito sul clima. Da allora si è evoluto in un progetto incentrato sui modi per applicare i cambiamenti climatici a nostro beneficio” spiega Verheggen.
Se la temperatura aumenta, l’aria contiene più acqua. Ad esempio. Un deserto secco e caldo può contenere fino a 5 volte più acqua in aria rispetto a quella di New York dopo la pioggia primaverile. Normalmente, temperature più elevate significano anche più sole.
“Perché non concentrarsi sulla raccolta dell’acqua dall’aria, usando solo l’energia solare rinnovabile? In questo modo l’acqua potabile e l’acqua per l’agricoltura saranno disponibili nella maggior parte delle aree aride del pianeta” prosegue.
Al momento il team di Verheggen sta lavorando a questo concept assicurando che sarà poco costoso, semplice da produrre e caratterizzato da bassa manutenzione.
Forse non basterà a risolvere del tutto il problema ma è pur sempre un passo avanti.
Francesca Mancuso
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