Una persona su tre tenderebbe a non distinguere il martedì dal mercoledì e dal giovedì, mentre lunedì e venerdì qualcosa di più definibile, una vera personalità
Il lunedì e che te lo dico a fare, il venerdì perché è venerdì e anche se starai a casa ad annoiarti è sinonimo di week end e solo per questo motivo ti piace. Gli unici due giorni della settimana che ci ricordiamo sono proprio questi due e che si sia uomini o donne non fa differenza: gli altri giorni possono anche non identificarsi con nomi particolari perché lì per lì non ci vengono nemmeno in mente.
Secondo un nuovo studio inglese, infatti, una persona su tre tende a non distinguere il martedì dal mercoledì e dal giovedì, mentre lunedì e venerdì hanno un non so che di più definibile, una vera personalità.
Gli psicologi inglesi delle università di York, Lincoln e Hertfordshire sostengono infatti che il lunedì e il venerdì sono protagonisti di rappresentazioni mentali molto forti, una sorta di manipolazione tutta psichica dell’infrasettimanale.
LO STUDIO – I ricercatori hanno chiesto ai volontari che hanno partecipato agli esperimenti di associare una definizione a ogni giorno feriale e i risultati non hanno fatto altro che evidenziare come il lunedì e il venerdì siano le giornate con una personalità davvero spiccata: il primo viene rielaborato mentalmente e subito come “stanco” e “noioso”, il secondo è invece associato a parole dalla accezione decisamente più positiva, come “libertà” e “partire”. Martedì, mercoledì e giovedì, invece, risultano più indefinibili e per questo spesso li confondiamo.
D’altronde, dicono gli esperti, è sin dalla nascita che siamo abituati al ciclo settimanale e, di conseguenza, a conferire ad ogni giorno una sua importanza e a trovare “difficile” e, in più, a complicare il tutto sono anche i giorni festivi e la transizione tra la settimana di lavoro e il week-end. Secondo lo studio, in una settimana che comincia con una festività il numero degli errori è salito a più di metà, con molti intervistati che sentivano come se fossero un giorno indietro nel ciclo dei 7.
E non solo: anche i fattori culturali contribuirebbero a spiegare questi risultati. “Uno dei motivi per cui i giorni infrasettimanali evocano un minor numero di associazioni potrebbe essere legato a quanto raramente si verificano nel linguaggio naturale, fornendo così minori opportunità di abbinamento – spiegahttp://neurosciencenews.com/mental-representations-week-days-2478/ il co-autore Rob Jenkins. Per esempio, abbiamo una grande varietà di canzoni pop che fanno uso di lunedì e venerdì, mentre sono raramente utilizzati i giorni infrasettimanali“.
E allora adesso, dimenticandovi soprattutto che le vacanze sono praticamente finite, mettetevi a canticchiare tutte le canzoni che vi vengono in mente che nominano almeno un giorno della settimana. Il lunedì, almeno questo, passerà subito…
Germana Carillo
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