No all’olio di palma dalla Norvegia: 4 multinazionali escluse dal Fondo Sovrano

La Norvegia riconosce i gravi danni ambientali legati alla produzione di olio di palma e esclude dal Fondo Sovrano quattro multinazionali asiatiche del settore. Ecco allora che il Nord Europa si preoccupa della situazione asiatica e inizia ad agire a livello economico.

La Norvegia riconosce i gravi danni ambientali legati alla produzione di olio di palma e esclude dal Fondo Sovrano quattro multinazionali del settore. Ecco allora che il Nord Europa si preoccupa della situazione asiatica e inizia ad agire a livello economico.

Il Fondo Sovrano norvegese vedrà dunque l’esclusione dal portafoglio degli investimenti di quattro società asiatiche che stanno causando gravi danni ambientali in Indonesia e Malesia a partire dalla distruzione delle foreste pluviali per la creazione di nuove piantagioni di palme da olio.

L’olio di palma, un ingrediente molto comune nell’industria alimentare (oltre che nella produzione di detergenti, cosmetici e biocarburanti), è stato ampiamente criticato negli ultimi anni per i danni all’ambiente provocati dalla deforestazione legata alla sua produzione. Sono stati inoltre denunciati sfruttamento della manodopera e abuso del lavoro minorile.

Le nuove decisioni giungono dalla Banca Centrale norvegese, secondo cui il più grande Fondo Sovrano del mondo non dovrebbe rivolgere i propri investimenti verso le seguenti quattro società coinvolte nella produzione di olio di palma e nella deforestazione: Daewoo International e Posco in Corea del Sud, Genting e IJM in Malesia.

Le quattro società asiatiche riuniscono ben 50 aziende che dovrebbero risultare escluse dal Fondo Sovrano proprio per questioni legate all’olio di palma. Tra di esse troviamo Boeing, British American Tobacco, Rio Tinto e Walmart.

Per tutti i quattro i casi la Banca Centrale norvegese ha deciso che non potevano esistere altre opzioni aperte oltre all’esclusione dal Fondo Sovrano e al disinvestimento. Non verranno considerate proteste formali o accordi con le aziende per un maggior impegno.

La Norvegia avrebbe dato ascolto nella nuova decisione soprattutto alle proteste provenienti dagli attivisti della società civile. In precedenza il Paese scandinavo aveva già deciso di escludere i produttori di tabacco e di armi, con particolare riferimento al nucleare. Ma altri provvedimenti erano rimasti a lungo accantonati e risultavano intrappolati tra le maglie della burocrazia.

È importante che la Norvegia abbia basato la propria decisione su una presa di coscienza dei gravi danni ambientali provocati in Asia dalla deforestazione legata alla produzione di olio di palma. Dal canto nostro possiamo continuare, se vogliamo, a preferire prodotti che non contengano questo ingrediente.

Marta Albè

Fonte foto: Clinical Advisor

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