E’ scattato oggi pomeriggio il momento decisivo sulla votazione del TTIP da parte dei membri del Parlamento Europeo riuniti a Strasburgo. Un voto che ha lasciato l’amaro in bocca soprattutto perché non ha tenuto conto degli emendamenti della società civile.
È scattato oggi pomeriggio il momento decisivo sulla votazione del TTIP da parte dei membri del Parlamento Europeo riuniti a Strasburgo. Un voto che ha lasciato l’amaro in bocca soprattutto perché non ha tenuto conto degli emendamenti della società civile.
Le pressioni di organizzazioni e cittadini avevano fatto in modo che il voto venisse rimandato di un mese, da giungo a luglio, per via della presentazione di ben 200 emendamenti al testo proposto.
Ma oggi a Strasburgo la Relazione Lange sul TTIP, il trattato commerciale transatlantico tra Unione Europea e Stati Uniti, è passata nella sua versione peggiore. Stop TTIP Italia parla di procedure forzate che non hanno fatto votare gli emendamenti ISDS.
Con una forzatura procedurale il presidente dell’Europarlamento, il socialdemocratico Shulz, ha dichiarato decaduto l’emendamento 40, l’unico che avrebbe permesso di far esprimere l’aula sull’arbitrato internazionale.
Il Parlamento Europeo ha così salvato il testo originale dell’ISDS (Investor State Dispute Settlement) evitando lo scontro in aula. I socialdemocratici si sarebbero spaccati fortemente sulla questione. Tutto a vantaggio di multinazionali e investitori e a svantaggio della possibilità dei cittadini di fare valere i propri diritti.
Infatti tutti gli emendamenti della società civile oggi a Strasburgo sono stati sacrificati attraverso un compromesso tra popolari e socialdemocratici. Questioni politiche che vanno a discapito dei cittadini e che rendono il TTIP un negoziato a favore di pochi. Vedremo probabilmente la Commissione Europea impegnata a negoziare liberamente con gli Usa.
In particolare, è saltato l’emendamento sulla Human Rights Clause, che avrebbe anteposto la tutela vincolante dei diritti umani rispetto alle dinamiche di mercato. Insomma, la crescita economica pare possa continuare a calpestare senza problemi i diritti dei cittadini.
Il tema dello sviluppo sostenibile è rimasto solo sullo sfondo ed è stata bloccata la lista positiva per i servizi pubblici, che avrebbe permesso di mettere per iscritto i servizi che si vogliono mettere sul mercato e di salvaguardare nello stesso tempo i servizi non elencati, come spiega Stop TTIP Italia.
Il voto di oggi è stato definito una brutta pagina per le istituzioni europee da parte di Stop TTIP Italia, che da mesi si occupa di contrastare il trattato transatlantico o almeno di mitigarne gli effetti negativi prima dell’approvazione finale, che accelerando i tempi secondo il volere dei politici potrebbe arrivare entro la fine dell’anno.
La lotta comunque non si ferma. La Campagna Stop TTIP Italia parteciperà la prossima settimana al meeting di strategia delle reti Stop TTIP europee e statunitensi a Bruxelles, in vista della grande mobilitazione di ottobre che mobiliterà migliaia di persone per opporsi al negoziato TTIP e alla ratifica del trattato CETA, recentemente concluso con il Canada.
Anche l’Enpa interviene per discutere del voto di oggi. “Una brutta giornata per tutti quelli che difendono i diritti dei cittadini, l’ambiente, gli animali: in breve, una brutta giornata per l’Europa e i suoi valori. Gli aggiustamenti introdotti al documento portato in votazione non modificano certo sostanzialmente né la natura, né le conseguenze del TTIP”.
Lo dichiara la consigliera nazionale di Enpa, Annamaria Procacci, in merito all’approvazione da parte dell’assemblea plenaria di Strasburgo della relazione di indirizzo del socialista Lange sul Transatlantic Trade Investment Partnership.
“Invece la battuta di arresto sulla votazione, verificatasi il 10 giugno scorso con la spaccatura tra socialdemocratici e popolari, avrebbe dovuto rappresentare un’occasione preziosa per un approfondimento serio sul progetto di creazione del più grande mercato unico del pianeta, 750 milioni di consumatori, grazie alla pretesa “armonizzazione” delle rispettive normative in tutti i settori, ovvero al loro “reciproco riconoscimento”, ovvero alla rimozione di pretesi “vincoli” e ostacoli allo scambio”.
In quell’occasione l’Enpa si era rivolto a tutti gli eurodeputati italiani chiedendo loro di fermare il negoziato in corso e portando tutte le più forti preoccupazioni, come quelle relative alla tutela degli animali. Se il TTIP, la cui trattativa proseguirà, dovesse divenire legge, il principio dell’ “armonizzazione” e della rimozione dei vincoli investirebbe molti aspetti, dalle condizioni degli animali negli allevamenti, alle modifiche genetiche, alla sperimentazione.
Greenpeace è intervenuta poco prima del voto per ricordare che il TTIP è una minaccia per la nostra democrazia e per l’ambiente. Insieme possiamo fermare il TTIP, perché diritti umani, natura e beni comuni non sono delle merci.
Clicca qui per firmare la petizione per fermare i negoziati del TTIP.
Marta Albè
Fonte foto: Parlamento Europeo
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