Un dirigibile in volo sopra Milano, sede di Expo 2015, per supportare l’agricoltura ecologica. Il messaggio è molto chiaro: l’agricoltura industriale fa male al Pianeta, è il momento di invertire la rotta.
Un dirigibile in volo sopra Milano, sede di Expo 2015, per supportare l’agricoltura ecologica. Il messaggio è molto chiaro: l’agricoltura industriale fa male al Pianeta, è il momento di invertire la rotta. Expo non starebbe dando spazio sufficiente all’agricoltura sostenibile.
Continua così la campagna di Greenpeace a favore dell’agricoltura sostenibile, grazie a uno striscione di quasi 200 metri quadrati. Greenpeace chiede un cambiamento radicale dell’attuale sistema agricolo e di produzione del cibo.
Il dirigibile sarà in volo proprio mentre il 4 e 5 giugno viene presentata ai ministri dell’Agricoltura la Carta di Milano, il documento che aspira a diventare l’eredità di Expo 2015. Secondo Greenpeace, la Carta di Milano non sarà altro che l’ennesimo “pezzo di carta” se in Europa e nel mondo si continuerà a finanziare il sistema agricolo e industriale.
Greenpeace ricorda che ogni ora 269 tonnellate di pesticidi vengono disseminate sul Pianeta, e questo è soltanto uno dei sintomi di un sistema fallimentare fortemente dipendente da fitofarmaci e fertilizzanti di sintesi, caratterizzato da monocolture intensive, Ogm e controllato da un ristretto gruppo di multinazionali.
Mentre Expo dovrebbe interrogarsi sul futuro dell’agricoltura e della produzione alimentare, molti agricoltori vorrebbero già adottare pratiche agricole più sostenibili, ma sono ostacolati da un sistema economico che rende estremamente difficile abbandonare la dipendenza dalle sostanze chimiche, costose e inquinanti, su cui si basa l’attuale modello agricolo industriale.
A causa dei suoi impatti devastanti, ormai riconosciuti da molti scienziati, Greenpeace esorta i ministri presenti all’Expo a promuovere un deciso cambio di rotta, indirizzando politiche e sussidi destinati all’agricoltura a sostegno di un modello di produzione del cibo veramente sostenibile.
“È necessario un cambiamento radicale dall’agricoltura industriale verso un modello ecologico che metta al centro le persone e gli agricoltori. I Paesi che partecipano a EXPO non dovrebbero permettere alle grandi multinazionali di snaturare il senso di questo evento promuovendo il vecchio modello di agricoltura industriale: un modello malato che antepone il profitto alle persone” – ha spiegato Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura sostenibile di Greenpeace Italia.
Con il progetto SoCosaMangio.Greenpeace.it, Greenpeace mette in luce i fallimenti e i rischi dell’agricoltura industriale, invitando le persone a unirsi al movimento, in grande crescita a livello internazionale, per costruire un sistema di produzione del cibo sostenibile.
Leggi qui le proposte di Greenpeace per il futuro dell’agricoltura ecologica.
Marta Albè
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