Nuove allerte alimentari per l'Italia. Dal Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi arrivano segnalazioni per la presenza di listeria nei formaggi italiani e di un ago veterinario lungo 2,5 centimetri in braciole di maiale che arrivano dalla Germania.
Cosa ci fa un ago veterinario in una braciola di maiale? Dal Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi è da poco arrivata una segnalazone per la presenza di un ago veterinario lungo 2,5 centimetri in una partita di braciole di maiale proveniente dalla Germania.
Per fortuna le braciole di maiale oggetto della segnalazione, avvenuta tramite il portale europeo Rasff, non sono state distribuite in Italia. La notifica di allerta alimentare è stata effettuata dall’Italia nella categoria di rischio dedicata ai corpi estranei.
L’attenzione è rivolta alla Germania, il Paese in cui la carne di maiale è stata prodotta. Non vengono però indicate le aziende coinvolte o le cause del problema. Pare che il Ministero della Salute italiano sia subito intervenuto per comunicare l’accaduto, ma ora ci si chiede come abbia fatto un ago veterinario a finire in una braciola di maiale destinata alla vendita.
Dalla segnalazione ufficiale del problema non emergono dettagli al riguardo. Molti consumatori sono forse abituati a pensare che la carne di provenienza italiana o comunque europea possa essere sicura. Di fronte ad una situazione simile ci si chiede però se i controlli sui prodotti da mettere in vendita siano sempre puntuali ed efficaci e, soprattutto, a cosa sia servito l’ago veterinario ritrovato nella carne destinata al mercato italiano.
Ritornano allora i dubbi sulla sicurezza della carne, con particolare riferimento alla carne di maiale, e sulla somministrazione di farmaci negli allevamenti. Ma anche sui trattamenti che la carne stessa subisce prima di arrivare sui banchi del supermercato e sulle nostre tavole.
È recente la notizia delle carni putrefatte ricolorate per la vendita che ha fatto scalpore proprio in Italia nelle scorse settimane, con riferimento ai prodotti presenti in un deposito di carni all’ingrosso di Palermo, che venivano trattate con solfiti e nitrati.
fonte foto: zazoom.it
Per quanto riguarda il ritrovamento di corpi estranei nei prodotti alimentari, un caso analogo era accaduto nel 2012 su un volo passeggeri partito da Amsterdam per gli Usa, in cui furono serviti dei panini che contenevano aghi da cucito.
Il problema riguarda anche aziende alimentari e catene di fast food note in tutto il mondo. Qualche tempo fa Nestlé aveva ritirato alcuni lotti di pizza surgelata Buitoni per la presenza di corpi estranei nelle confezioni. Si trattava di piccoli corpi estranei di natura metallica.
Sempre Nestlé ha dovuto provvedere al ritiro degli snack Kit-Kat e di aclune uova di cioccolato nel Regno Unito per via della presenza di corpi estranei identificati come piccoli frammenti di plastica. Nei fast food i ritrovamenti di oggetti indeisderati nei prodotti alimentari si sprecano: dal cerotto nelle patatine fritte al coltello nel sandwich di Subway, dalla testa di gallina nell’Happy Meal alle lamette negli hamburger, fino agli oggetti metallici di provenienza non identificata nei piatti pronti di Tesco.
Siamo abituati a legare i ritrovamenti di oggetti indesiderati al mondo dei fast food e alle multinazionali, con particolare riferimento a prodotti in vendita all’estero, ma ora l’allarme ha toccato l’Italia, perché in assenza di controlli accurati le braciole di maiale con ago veterinario annesso sarebbero potute approdare nei nostri supermercati con conseguenze anche gravi per chi le avrebbe portate in tavola senza accorgersi della presenza di un corpo estraneo. Ora i consumatori hanno diritto di sapere che cosa è successo e quali siano le aziende o gli allevamenti coinvolti nella vicenda.
Marta Albè
Leggi anche: