Secondo un nuovo studio, la capacità di concentrazione di un pesce rosso sarebbe superiore a quella umana a causa del nostro uso eccessivo e simultaneo di apparecchi come smartphone e tablet
Dopo il tecnostress, ovvero l’irrequietezza provocata dai vari dispostivi tecnologici, ecco che nemmeno la nostra capacità di concentrazione rimane in pace se utilizziamo simultaneamente un tablet e uno smartphone. Peggio di un pesce rosso, l’abitudine al multitasking tecnologico in realtà ci manda in pappa il cervello ed è ormai cosa accertata da diversi studi.
Cosa c’entra il buon pesce rosso? Semplice: l’animeletto acquatico in questione è noto per avere una memoria bella corta, nulla a confronto delle nostre menti offuscate dai dispositivi elettronici che riempiono le nostre giornate.
Secondo uno studio condotto da Microsoft in Canada, infatti, la capacità di concentrazione di un pesce rosso sarebbe superiore a quella umana a causa del nostro uso eccessivo e simultaneo di apparecchi come smartphone e tablet che abbassano la nostra soglia di attenzione ad appena 8 secondi, uno in meno rispetto a quella dei vermigli pesciolini.
L’ESPERIMENTO – Effettuato lo studio su un campione di 2mila intervistati e 112 soggetti canadesi, sottoposti a elettroencefalogramma, i risultati hanno evidenziato che in 15 anni il tempo medio di concentrazione di un uomo si è abbassato di quattro secondi, passando dai 12 del 2000 agli otto di oggi. La causa andrebbe da ricercarsi proprio nel multitasking: tra smartphone, dispositivi digitali e social network, si passa da un’informazione all’altra mandando al diavolo un’adeguata concentrazione nel lungo termine.
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Ma c’è un ma: rispetto al passato, col multitasking si riesce a catalogare e selezionare le informazioni in maniera più veloce rispetto a una volta, anche se, ahimè, si può parlare oramai di una vera e propria “ossessione da smartphone” che ci induce riempirci oltremodo di informazioni.
Per analizzare questo fenomeno, i ricercatori hanno preso in esame i risultati di un altro studio, effettuato dal National Center for Biotechnology e della National Library of Medicine degli Stati Uniti, secondo cui il 79% dei soggetti del campione utilizza altri dispositivi mentre guarda la tv, mentre oltre il 50% controlla il cellulare ogni 30 minuti. Il 73% dei partecipanti allo studio tra i 18 e i 24 anni ha inoltre ammesso che guardare il telefonino è l’ultima cosa che fa prima di andare a dormire, contro il 18% dei soggetti over 65.
Germana Carillo
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