Per colpa del bracconaggio, della perdita di habitat e dell'allevamento del bestiame, il 60% dei più grandi erbivori del mondo sono a rischio di estinzione, secondo un nuovo rapporto pubblicato sulla rivista Science Advances. questo comporterà la nascita di un "paesaggio vuoto" in ecosistemi del pianeta
Per colpa del bracconaggio, della perdita di habitat e dell’allevamento del bestiame, il 60% dei più grandi erbivori del mondo sono a rischio di estinzione, secondo un nuovo rapporto pubblicato sulla rivista Science Advances. questo comporterà la nascita di un “paesaggio vuoto” in ecosistemi del pianeta.
Molte popolazioni di animali come rinoceronti, zebre, cammelli, elefanti e tapiri sono in diminuzione o minacciati di estinzione in praterie, savane, deserti e foreste, dicono gli scienziati. Un team internazionale di ecologisti della fauna selvatica guidati da William Ripple, dell’Oregon State University, ha condotto un’analisi completa dei dati relativi a 74 grandi specie erbivore, concludendo che “senza un intervento radicale, continueranno a scomparire da numerose regioni con enormi costi ecologici, sociali ed economici”.
Gli scienziati si riferiscono ad un’analisi del declino degli animali nelle foreste tropicali pubblicata sulla rivista BioScience nel 1992. L’autore, Kent H. Redford, è stato il primo a pubblicare il termine “foresta vuota”. Ripple ed i suoi colleghi sono andati un passo oltre. “La nostra analisi mostra che va ben al di là dei paesaggi forestali”, ma anche savane, praterie e deserti. Così abbiamo coniare un nuovo termine, paesaggio vuoto”.
Il maggior numero di grandi erbivori minacciati vive in paesi in via di sviluppo, in particolare Sud-est asiatico, India e Africa. Solo un erbivoro in via di estinzione vive in Europa (il bisonte europeo), e nessuno in Nord America. Europa e America hanno già perso la maggior parte dei loro grandi mammiferi. La perdita dei grandi erbivori suggerisce che gli ecosistemi selvatici diminuiranno.
Le probabili conseguenze sono: riduzione del cibo per i grandi carnivori come leoni e tigri; dispersione dei semi diminuita per le piante; incendi più frequenti e intensi; cicli dei nutrienti dalla vegetazione al suolo più lenti; cambiamenti nella habitat per animali più piccoli, tra cui pesci, uccelli e anfibi.
Robarta Ragni
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