Le donne in gravidanza che passano al latte biologico "sano" potrebbero mettere a rischio lo sviluppo del cervello dei loro bambini. Il latte certificato come biologico conterrebbe, infatti, circa un terzo in meno di iodio rispetto al latte prodotto in modo convenzionale, secondo un nuovo studio pubblicato su Food Chemistry condotto dagli scienziati dell'Università di Reading
Le donne in gravidanza che passano al latte biologico “sano” potrebbero mettere a rischio lo sviluppo del cervello dei loro bambini. Il latte certificato come biologico conterrebbe, infatti, circa un terzo in meno di iodio rispetto al latte prodotto in modo convenzionale, secondo un nuovo studio pubblicato su Food Chemistry condotto dagli scienziati dell’Università di Reading.
E poiché in alcune zone il latte è la principale fonte di iodio nella dieta, come accade ad esempio nel Regno Unito, la scoperta potrebbe avere implicazioni potenzialmente gravi per la salute. Lo iodio è infatti importante per lo sviluppo cerebrale dei bambini, soprattutto nelle prime fasi della gravidanza. Precedenti ricerche hanno dimostrato che le madri che mostrano carenza di iodio durante questo periodo critico possono dare alla luce bambini con quoziente intellettivo ridotto.
“Le persone acquistano sempre più spesso latte biologico per i benefici per la salute percepiti o per la convenienza. Ma la nostra ricerca dimostra che questa tendenza potrebbe avere gravi conseguenze per la salute pubblica. La carenza di iodio dovrebbe essere un problema di salute del passato. Ma se questa situazione non sarà attentamente monitorata, si rischia una nuova crisi”, tuona il professor Ian Givens, a capo della ricerca.
Ma non dimentichiamo che un’altra ricerca ha mostrato, invece, come il latte biologico sia qualitativamente migliore perché più ricco in acidi grassi essenziali. E dunque possa contribuire alla riduzione del rischio di malattie cardiovascolari. Inoltre, la minore quantità di iodio non sarebbe affatto un problema, perché il latte non è la fonte primaria di questi elementi nella nostra dieta (come accade invece in Inghilterra).
Il contributo di iodio alla nostra è coperto da sale iodato o da alimenti come il pesce o le alghe. Senza contare il vantaggio indiscusso di essere privo di sostanze tossiche come i pesticidi normalmente utilizzati nella produzione tradizionale.
Roberta Ragni
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