Macellai e direttore commerciale di un ingrosso nel mirino dei Nas a Palermo, Agrigento e Trapani. Le carni putrefatte venivano colorate con additivi per essere comunque messe in vendita. Sono scattate 23 denunce in Sicilia.
Macellai e direttore commerciale di un ingrosso nel mirino dei Nas a Palermo, Agrigento e Trapani. Le carni putrefatte venivano colorate con additivi per essere comunque messe in vendita. Sono scattate 23 denunce per i macellai in Sicilia.
I Nas hanno sequestrato 4 tonnellate di carni trattate con solfiti e nitrati per riportarle al colore rosso vivo che caratterizza le carni fresche. Si tratta di uno stratagemma per nascondere il colore scuro che le carni assumono con il processo di ossidazione e putrefazione.
I controlli dei Nas in Sicilia hanno portato alla denuncia di 23 macellai e del direttore commerciale di un deposito di carni all’ingrosso a Palermo. Si tratta di una situazione molto grave in cui ci si prende gioco della buona fede dei consumatori.
Secondo la Coldiretti, con la crisi i casi di frode in Italia sono in serio aumento, con una crescita del 277% del valore dei cibi e delle bevande sequestrate perché adulterate, contraffatte o falsificate. I sequestri servono a garantire la sicurezza alimentare, ma manca un’azione a monte per prevenire le frodi.
Nel caso di Palermo nitrati e solfiti venivano aggiunti alle carni per alterarne artificialmente la qualità, in particolare il colore, così da mascherare il normale processo di putrefazione. Un nuovo esempio di frodi a tavola che interessa i consumatori italiani. I macellai ispezionati dai Nas mettevano in vendita carni in avanzato stato di decomposizione, una caratteristica che però non emergeva dal loro aspetto, dato che grazie agli additivi chimici risultavano identiche a carni perfettamente fresche. Inoltre, nitrati e solfiti possono causare intolleranze. Ecco perché è obbligatorio indicarli in etichetta quando sono presenti negli alimenti.
“Le frodi a tavola” – sottolinea la Coldiretti –“si moltiplicano nel tempo della crisi soprattutto con la diffusione dei cibi low cost e sono crimini particolarmente odiosi perché si fondano sull’inganno nei confronti di quanti, per la ridotta capacità di spesa, sono costretti a risparmiare sugli acquisti di alimenti. Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto messa in atto dalla Magistratura e da tutte le forze dell’ordine impegnate confermano la necessità i tenere alta la guardia e di stringere le maglie troppo larghe della legislazione”.
Coldiretti ritiene dunque importante l’istituzione presso l’Ufficio legislativo del Ministero della Giustizia, su proposta del Guardasigilli Andrea Orlando, della Commissione di studio per l’elaborazione di proposte di intervento sulla riforma dei reati in materia agroalimentare alla cui guida ci sarà l’ex procuratore di Torino Giancarlo Caselli, che attualmente presiede il Comitato Scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare promosso dalla Coldiretti.
“Anche grazie alla disponibilità di nuove tecnologie, la contraffazione e la frode nell’alimentare sono diventate un vero e proprio affare criminale che va perseguito con un sistema punitivo più adeguato” – ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.
Secondo Coldiretti non si deve pensare solo ad un inasprimento delle pene previste, ma all’articolazione di modelli di sanzioni in grado di colpire i patrimoni economici, ad esempio, attraverso la confisca, così come sperimentato per il contrasto alla criminalità organizzata.
Marta Albè
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