La conferma arriva da un nuovo imponente studio che mette al bando ogni possibile relazione tra la vaccinazione contro morbillo-parotite-rosolia e rischio di autismo
Il (famigerato) legame tra vaccini e autismo non avrebbe ragione di esistere. La conferma arriva da un nuovo imponente studio che mette al bando ogni possibile relazione tra la vaccinazione contro morbillo-parotite-rosolia e rischio di disturbi dello spettro autistico.
Così, dopo che in Italia si sono susseguite inchieste, denunce al ministero e indagini, che secondo alcuni giudici lasciano il tempo che trovano, una ricerca svolta su più di 95mila bimbi colpiti da autismo e con fratelli maggiori ha eliminato i presunti legami tra il vaccino trivalente e l’aumento del rischio di tratti autistici.
LO STUDIO – Su 95.727 bambini, 1.929 (il 2%) avevano un fratello più grande con autismo. Nel complesso 994 ragazzini, (l’1% del campione complessivo) avevano ricevuto una diagnosi di autismo. Fra questi, 134 bimbi con la patologia avevano un fratello già colpito, rispetto a 860 (0,9%) tra quelli con fratelli senza autismo. Il tasso di vaccinazione per morbillo-parotite-rosolia (una o più dosi) per i bambini con fratelli non autistici era dell’84% (78.564) a 2 anni di età e del 92% (86.063) a 5 anni. Mentre i tassi di vaccinazione per i bambini con i fratelli più grandi autistici erano inferiori (73% all’età di 2 anni e 86% all’età di 5 anni). Secondo gli autori dell’indagine, quindi, l’analisi dei dati ha rivelato che il vaccino contro morbillo-parotite-rosolia non è da associare a un aumentato rischio di autismo a qualsiasi età.
“Coerentemente con gli studi su altre popolazioni, non abbiamo osservato alcuna associazione tra la vaccinazione morbillo-parotite-rosolia e aumento del rischio di autismo. Non abbiamo trovato alcuna prova, inoltre, che ricevere 1 o 2 dosi di vaccino sia associato a un aumentato rischio di autismo tra i bambini con fratelli maggiori già malati”, spiegano gli esperti.
Insomma, lo scopo della ricerca, concludono, è stato quello di rassicurare quei genitori che, malgrado manchi qualsiasi evidenza scientifica, vedono un nesso causale tra vaccinazione e malattia o almeno ritengono l’immunizzazione preventiva contro certe patologie una concausa dell’autismo. Di fatto, in pratica, nessuna prova stabilisce che il vaccino provochi la sindrome, ma c’è solo un nesso temporale. l’iniezione che previene morbillo, parotite e rosolia viene infatti fatta prima della diagnosi di malattia autistica, che di solito arriva tra i 3 e i 6 anni.
Qualsiasi cosa voi pensiate e ritenete opportuno per i vostri cuccioli, i pediatri ribadiscono che i vaccini sono sicuri. Sta a voi comunque scegliere, purché sia una scelta ragionata, consapevole e informata.
Il lavoro pubblicato su Jama è stato finanziato dal National Institute of Mental Health, dai National Institutes of Health e dal U.S. Department of Health and Human Services.