Grani antichi contro i cambiamenti climatici e le intolleranze alimentari

Salviamo i grani antichi e le sementi di grano autoctono. Lo chiede Navdanya International, l’associazione per la salvaguardia dei semi tradizionali fondata dalla scienziata e ecologista indiana Vandana Shiva.

Salviamo i grani antichi e le sementi di grano autoctono. Lo chiede Navdanya International, l’associazione per la salvaguardia dei semi tradizionali fondata dalla scienziata e ecologista indiana Vandana Shiva.

La ricerca scientifica dimostra che le antiche varietà di grano, più ricche di biodiversità genetica, resistono meglio alle variazioni climatiche, hanno migliori caratteristiche nutrizionali e sono più adatte per l’alimentazione di persone con intolleranze alimentari, un problema che interessa una percentuale sempre maggiore di popolazione. Tra i grani antichi italiani troviamo, ad esempio, il grano Saragolla e il grano Senatore Cappelli.

Navdanya International ha fatto tappa in Toscana con il Treno Verde di Legambiente per dare vita ad un’iniziativa rivolta alle scuole a cui hanno preso parte gli agricoltori custodi di sementi per uno scambio di semi.

L’associazione ha presentato il progetto LIFE SEMENte parTEcipata, che ha come scopo la conservazione del germoplasma del frumento duro (Triticum turgidum subsp durum L.) e di altre specie di grano. Attraverso la selezione partecipata il progetto mira ad ottenere varietà adatte ad ogni ambiente di coltivazione capaci di resistere meglio alle variazioni delle condizioni climatiche, caratteristica non riscontrabile nelle varietà maggiormente coltivate e prodotte dall’industria sementiera.

Secondo Navdanya International, far evolvere le varietà negli ambienti dove poi verranno coltivate è estremamente importante per garantire produzioni costanti di anno in anno e per estendere la coltivazione anche in zone marginali, dove attualmente si assiste all’abbandono dell’attività agricola. Inoltre producendo varietà caratterizzate da un’elevata variabilità genetica sia ha una maggiore possibilità di compensare gli effetti dovuti ai cambiamenti climatici in atto.

L’obiettivo è quello di favorire un sistema produttivo che necessita di minori input energetici, che permette una riduzione degli interventi colturali e che mantiene la fertilità del suolo, stabilizzando le produzioni nel rispetto dell’ambiente circostante.

Inoltre, le varietà ottenute saranno selezionate anche per migliorare le caratteristiche qualitative e nutrizionali e in particolare si prevede di incrementare il loro grado di tolleranza da parte delle persone che soffrono di sensibilità al glutine di tipo non celiaco.

L’incidenza della sensibilità al glutine in Italia è del 25%. La disponibilità, quindi, di prodotti a base di frumento con ridotta capacità di attivare reazioni intolleranti, risulta di estrema importanza, non solo per le persone con la gluten sensitivity, ma anche per un’alimentazione dedicata all’infanzia. Il progetto inoltre favorirà la realizzazione di filiere integrate che vedranno coinvolti oltre agli agricoltori anche i trasformatori come pastai, pasticceri, rivenditori e consumatori.

“La selezione delle sementi” – ha spiegato Mariagrazia Mammuccini, vicepresidente e portavoce in Italia di Navdanya International – “sarà svolta insieme agli agricoltori che potranno poi mantenere e riprodurre autonomamente i semi, diventando in questo modo custodi attivi della biodiversità. Tali innovazioni incideranno positivamente sul reddito degli agricoltori, dato che i costi di produzione diminuiranno e sarà incrementato il valore dei prodotti ottenuti da una filiera integrata locale”.

Il progetto LIFE SEMENte parTEcipata vede coinvolti come capofila il Dipartimento di Scienze delle Produzioni Agroalimentari e dell’Ambiente dell’Università di Firenze e come partner Navdanya International Onlus, la Stazione Consorziale Sperimentale di Granicoltura per la Sicilia, FIRAB (Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica), la Provincia di Grosseto, la Regione Marche e l’Ente Regionale Terre Toscane.

Infine, parteciperanno al progetto aziende agricole toscane, siciliane e delle Marche, campi sperimentali, in cui gli stessi agricoltori saranno soggetti attivi per lo studio e la selezione del frumento duro con miscugli di antiche varietà. A riprova che si possono migliorare le coltivazioni, la loro resistenza ai cambiamenti climatici e le loro caratteristiche nutrizionali anche senza ricorrere agli Ogm.

Marta Albè

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