È stato da poco scoperto un cucciolo unico nel sui genere: è un piccolo di rinoceronte lanoso, vissuto all'epoca dei mammut. Il campione incontaminato del rinoceronte estinto è stato rinvenuto nel permafrost lungo la riva di un torrente in Siberia. Lo hanno chiamato Sasha ed è stato descritto come 'sensazionale' dai paleontologi
È stato da poco scoperto un cucciolo unico nel sui genere: è un piccolo di rinoceronte lanoso, vissuto all’epoca dei mammut. Il campione incontaminato del rinoceronte estinto è stato rinvenuto nel permafrost lungo la riva di un torrente in Siberia. Lo hanno chiamato Sasha ed è stato descritto come ‘sensazionale’ dai paleontologi.
Gli scienziati stimano che il rinoceronte avesse 18 mesi quando è morto circa 10.000 anni fa. Il campione comprende la pelliccia dell’animale, un orecchio, un occhio, le narici, il cranio e la bocca. E ora sperano di essere in grado di estrarre il DNA dai resti della creatura estinta.
Sasha potrebbe fornire molte risposte alle domande su come sono cresciuti e si sono sviluppati i rinoceronti lanosi, in quali condizioni vivevano e su quali moderni animali sono più vicini a loro. La carcassa è stata ben conservata dal ghiaccio e le probabilità di ricavare preziose informazioni sono alte. I primi risultati dovrebbero arrivare entro una settimana o due.
“In un primo momento abbiamo pensato che fosse la carcassa di una renna, ma dopo essersi scongelato abbiamo visto un corno sulla mascella superiore e ho capito che doveva essere un rinoceronte” – spiega Alexander ‘Sasha’ Banderov, l’uomo che ha fatto la scoperta-. “La parte della carcassa che sporgeva dal ghiaccio è stata mangiata dagli animali selvatici, ma il resto era all’interno del permafrost e ben conservato”.
Trovare i resti di un rinoceronte cucciolo è molto raro. La possibile spiegazione è che le madri li proteggessero bene, rendendo i casi di attacchi riusciti estremamente rari e il tasso di mortalità basso. I rinoceronti lanosi sono meno studiati dei mammut. Finora non è mai stato possibile analizzare i loro denti, e ora c’è a disposizione un intero cranio.
Roberta Ragni
Fonte e Photo Credit Siberian Times
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