Non bastavano le lobby del petrolio. Anche il cielo mette i bastoni tra le ruote al fotovoltaico in Europa. Il 20 marzo prossimo dal nostro continente si potrà ammirare una bella eclissi parziale di sole, uno spettacolo per gli appassionati ma una minaccia per i produttori di energia pulita
Non bastavano le lobby del petrolio. Anche il cielo mette i bastoni tra le ruote al fotovoltaico in Europa. Il 20 marzo prossimo dal nostro continente si potrà ammirare una bella eclissi parziale di sole, uno spettacolo per gli appassionati ma una minaccia per i produttori di energia pulita.
Quella mattina, l’eclissi bloccherà quasi del tutto la luce solare diretta verso la Norvegia e l’Europa settentrionale per circa un’ora e mezza. L’evento sarà visibile in altre parti d’Europa (Italia compresa) nel Nord Africa e in Russia.
Ma le conseguenze per la produzione fotovoltaica in Europa saranno immediate: circa 30.000 megawatt (MW) di energia solare potrebbero perdersi durante l’eclissi. L’ultimo giorno di questo piovoso inverno sarà dunque all’insegna della preoccupazione per l’industria energetica visto che il 20 marzo il tasso di occultazione della nostra stella potrebbe superare l’80%.
Si tratta di un fenomeno relativamente raro: occorre tornare indietro fino al 1999 per trovare tracce di simili eventi alle nostre latitudini ma la diffusione del fotovoltaico era lontana anni luce da quella attuale. Da allora sono passati poco più di 15 anni, ma la capacità solare in Europa è notevolmente aumentata dopo l’ultima eclissi di questo tipo.
Secondo le statistiche europee, il fotovoltaico copriva lo 0,1% di tutta l’energia elettrica prodotta in Europa da fonti energetiche rinnovabili nel 2002. Più di dieci anni dopo, questa cifra è salita al 10,5%. Nella sola area continentale, il 3% di tutti i consumi di energia elettrica è coperto dal fotovoltaico.
Anche a seconda del tempo, quel giorno, l’eclissi potrebbe causare rapide oscillazioni della produzione che richiederanno aggiustamenti da parte delle reti. Queste ultime infatti si troveranno ad affrontare una prova senza precedenti.
“Il passaggio di quest’ombra ridurrà considerevolmente la produzione di energia fotovoltaica,” lamentaDominique Maillard, gestore della rete francese RTE, di proprietà di EDF. “Secondo i nostri calcoli, l’impatto potrebbe essere un calo della produzione di ben 30.000 megawatt in tutta Europa”, pari alla capacità di 30 reattori nucleari.
Nei giorni scorsi, la Rete Europea dei Gestori di rete dei sistemi di trasmissione di energia elettrica (Entsoe), ha reso noto un report in cui ha analizzato l’effetto dell’eclissi sull’Europa.
“Un’eclissi solare non è paragonabile a un’alba o a un tramonto per via del fatto che la velocità dell’alimentazione solare è più veloce” spiega l’Entsoe. “È come avere due albe e due tramonti nella stessa giornata”.
L’intero continente sarà interessato direttamente o indirettamente dall‘eclissi, che sarà visibile dalla Turchia alla Groenlandia e dalla Spagna alla Norvegia. Indirettamente, tutti i paesi ne saranno colpiti per via della loro interconnessione.
L’ombra dell’eclissi gradualmente si sposterà da una parte all’altra dell’Europa nel corso di un paio di ore, come mostra la simulazione del suo percorso:
Un banco di prova per l’Europa. Ma nella suggestione dell’evento c’è anche un altro lato negativo: in quelle ore per sopperire alla mancanza di energia solare si dovranno utilizzare maggiormente altre fonti, dalle fossili al nucleare.
Francesca Mancuso
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