Dead Drops, quando il file sharingnei muri delle citta’ (FOTO E VIDEO)

Chiavette USB incorporate nei muri degli edifici delle città di tutto il mondo. Non è l'ultima moda di street art ma una nuova forma di sharing. Nell'era in cui condivisione coincide con “web” e “social” c'è chi ha pensato di riportarla nel mondo reale, o meglio fisico

Chiavette USBincorporate nei muri degli edifici delle città di tutto il mondo. Non è l’ultima moda di street art ma una nuova forma di sharing. Nell’era in cui condivisione coincide con “web” e “social” c’è chi ha pensato di riportarla nel mondo reale, o meglio fisico.

Nasce così Dead Drops, il progetto creato dall’artista tedesco Aram Bartholl. Si tratta della più originale rete di file sharing al mondo. Chiunque può collegare i propri dispositivi, dai pc portatili a smartphone e tablet per accedere a queste unità. E una volta connessi, è possibile visionare il contenuto, scaricarlo e aggiungere il proprio. Una sorta di cloud ma fissato ai muri.

La premessa del progetto è piuttosto semplice: basta cementare una chiavetta USB in un muro con la porta rivolta verso l’esterno e in una posizione tale da favorirne il collegamento. Occorre avvolgerla con un nastro impermeabile prima di inserirla e fissarla. Poi diventa possibile caricare ciò che si vuole, dalle proprie foto alla musica.

Quando ha dato inizio al progetto Dead Drops, nel 2010, Bartholl viveva a Manhattan. La sua idea era basata su una tecnica utilizzata dalle spie per passarsi gli oggetti utilizzando una località segreta senza mai incontrarsi e vedersi in faccia. Così ha iniziato inserendo cinque USB in diversi muri di New York. Successivamente ha pubblicato le immagini di questi luoghi su Flickr.

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Ha poi creato il sito web Dead Drops con le posizioni delle chiavette USB esistenti e le istruzioni su come installarne altre.

Inizialmente, gli utenti principali di Dead Drops sono stati i musicisti che hanno sfruttato l’idea per condividere le loro tracce audio, consegnando alle pen drive nascoste tra i muri delle città le loro opere. Ma nel corso degli anni, il progetto è cresciuto fino a includere vari tipi di file, tra cui film, giochi, spettacoli televisivi e fumetti. E c’è anche chi condivide video o foto di famiglia e progetti artistici. Le unità sono di varie capacità. La più grande finora è stata installata a Sydney ed è una pen drive da 120GB installata da un Dead Drops che afferma di essere uno studente cinese.

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Foto: Flickr

Un vero e proprio servizio di file-sharing “peer to peer” trasferito nello spazio pubblico, al di fuori del web. Ma la sicurezza è senza dubbio una delle maggiori preoccupazioni e una delle più frequenti obiezioni mosse a Bartholl, ma l’artista di Berlino ha sottolineato che esistono rischi simili anche con internet.

Pochi mesi fa, è stata aggiornata anche la banca dati di Dead Drops ed è stato calcolato che ci sono oltre 1.200 sedi USB in tutto il mondo, da New York a Parigi, fino al Vietnam.

In un’epoca di cloud in crescita e di nuovi dispositivi di fantasia senza accesso ai file locali dobbiamo ripensare la libertà e la distribuzione dei dati. Il movimento Dead Drops è sulla buona strada per il cambiamento!si legge nel manifesto.

Volete crearne uno anche nella vostra città? Seguite le istruzioni.

Francesca Mancuso

Foto: Flickr e Deaddrops

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