Avete mai pensato a tutte le difficoltà quotidiane che vivono ogni giorno milioni di ciechi ed ipovedenti? Certo un assistente sempre a disposizione, che possa leggere tutto quello che non possono vedere, cambierebbe la loro vita. Proprio per questo è nato Horus Technology, un device indossabile che trasforma le immagini in suoni, creato da tre ragazzi italiani poco più che ventenni
Avete mai pensato a tutte le difficoltà quotidiane che vivono ogni giorno milioni di ciechi ed ipovedenti? Certo un assistente sempre a disposizione, che possa leggere tutto quello che non possono vedere, cambierebbe la loro vita. Proprio per questo è nato Horus Technology, un device indossabile che trasforma le immagini in suoni, creato da tre ragazzi italiani poco più che ventenni.
Montato su un qualsiasi paio di occhiali, Horus osserva la realtà, la comprende e la descrive alla persona, fornendo informazioni utili (attraversamenti pedonali, lettura di testi, riconoscimento di volti e di oggetti) in maniera discreta e al momento opportuno. Sfruttando la conduzione ossea, l’udito della persona non ne risulta penalizzato (cosa che avverrebbe con l’uso di un auricolare) ed è possibile sentire il dispositivo anche in contesti rumorosi.
COME FUNZIONA – Horus è composto da due parti: la prima, contenente i sensori visivi e di orientamento, viene posizionata direttamente sull’occhiale senza richiedere un’apposita montatura La seconda, da tenere con sé (in tasca o in una borsa) e collegata alla prima, contiene la batteria e l’unità centrale dove avverrà l’elaborazione.
L’utente interagirà con Horus in diversi modi, tramite pulsanti, interazione vocale o compiendo delle semplici azioni, che permetteranno al dispositivo di capire il contesto in cui si trova e quindi comportarsi di conseguenza. Questa scelta apre la porta verso un’interazione naturale, che possa combinare assieme azioni, voce e i “normali pulsanti”.
LA CAMPAGNA DI CROWDFUNDING – Purtroppo, nonostante si tratti di un progetto utile, ambizioso e interessante, al momento lo sviluppo del prototipo è quasi fermo: mancano i fondi. Per questo motivo è stata istituita una campagna di crowdfunding per fornire prototipi all’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti, che aiuterà ad individuare le persone che potranno effettuare i test necessari.
“Sarà nostro impegno creare un percorso comune con l’utente che parteciperà a questa avventura con noi, seguendolo passo passo in ogni necessità e discutendo con lui ed altri interessati le possibili migliorie da apportare. Per questo motivo abbiamo bisogno di investire in diversi tipi di hardware, in modo da realizzare un dispositivo che sfrutti gli ultimi ritrovati tecnologici e pur mettendo a disposizione il nostro tempo gratuitamente, ci dovremo spostare per avere un contatto diretto con le persone che potranno provare il prototipo”, spiegano gli ideatori.
#VIEW4THEBLIND – Horus è promosso anche con la campagna #view4theblind, ideata da Young&Rubicam, nella quale i personaggi popolari si prestano a fare delle azioni quotidiane bendati, per dimostrare quanto sia difficile anche fare qualcosa di semplice in mancanza della vista. Anche lo chef Davide Oldani ha aderito, accettando di fare una frittata da non vedente. Ogni visualizzazione di questo video equivale a una donazione per realizzare e mettere in produzione Horus.
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Roberta Ragni
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