Scandalo carne di maiale contaminata in Cina. Arrivata in Italia?

La polizia cinese ha arrestato più di 110 persone sospettate di vendere carne di maiale e altri prodotti provenienti da suini malati. Facevano parte di una rete di truffatori che acquistava a prezzi bassissimi suini morti per malattie negli allevamenti del Paese asiatico fin dal 2008, come spiega il Ministero della Pubblica Sicurezza cinese

La polizia cinese ha arrestato più di 110 persone sospettate di vendere carne di maiale e altri prodotti provenienti da suini malati. Facevano parte di una rete di truffatori che acquistava a prezzi bassissimi suini morti per malattie negli allevamenti del Paese asiatico fin dal 2008, come spiega il Ministero della Pubblica Sicurezza cinese.

La carne contaminata è stata venduta nei mercati di 11 province, dice la BBC. La polizia ha confiscato oltre 1.000 tonnellate di carne di maiale contaminata, 48 tonnellate di olio raffinato e altri prodotti derivati dagli animali malati, dalla pancetta al prosciutto.

Si tratta solo dell’ultimo di una lunga serie di scandali che hanno evidenziato problemi per gli standard di sicurezza alimentare della Cina. Come quello del 2013, quando furono trovati più di 10.000 suini morti che galleggiavano nel fiume di Shanghai che fornisce acqua per la città.

Questa carne è arrivata in Italia? No, il nostro Paese non ha importato carni di maiale fresche, refrigerate, congelate e neanche salami o frattaglie dalla Cina, che si conferma essere il Paese con maggiori rischi per la sicurezza alimentare. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi all’ultimo anno.

La spinta verso la crescita dell’economia cinese ha determinato conseguenze sul piano della sicurezza alimentare ed ambientale i cui effetti – sostiene la Coldiretti – si fanno sentire. Lo scandalo della carne di maiale che segue di qualche anno quello della presenza di melamina nel latte che ha portato morti per avvelenamento e paura nei diversi continenti, è la conseguenza di una politica di contenimento esasperato dei costi, legittimati sull’altare di un libero mercato senza regole“.

Le importazioni di prodotti agricoli ed alimentari cinesi in Italia sono stimate in oltre mezzo miliardo di euro nel 2014 e riguardano tra l’altro concentrato di pomodoro, miele, riso ed aglio. Secondo i dati del sistema di allerta comunitario, il gigante asiatico – conclude la Coldiretti – si classifica al primo posto nella commercializzazione di cibi a rischio per la salute con ben 446 allerte pari al 14 per cento del totale.

Roberta Ragni

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