Aisha, morto investito l’ippopotamo del circo Miranda Orfei

È morta Aisha, l'ippopotamo detenuto dal circo Miranda Orfei accampato a Villa Potenza, in provincia di Macerata. Uscita dal suo recinto, l'esemplare femmina di otto anni è stata travolta da un'auto sulla strada provinciale 361, mentre è rimasto ferito il venticinquenne alla guida dell'auto, che non è riuscito a evitare l'animale

È morta Aisha, l’ippopotamo detenuto dal circo Miranda Orfei accampato a Villa Potenza, in provincia di Macerata. Uscita dal suo recinto, l’esemplare femmina di otto anni è stata travolta da un’auto sulla strada provinciale 361, mentre è rimasto ferito il venticinquenne alla guida dell’auto, che non è riuscito a evitare l’animale.

Le indagini sono ancora in corso e non si hanno notizie precise e ufficiali su quanto sia realmente accaduto. Ma secondo quanto riportato dai circensi si sarebbe trattato del risultato di un bliz animalista: qualcuno avrebbe manomesso alcune recinzioni. E il proprietario del circo ha sporto denuncia.

In attesa di scoprire chi sia il vero colpevole, resta il fatto che non si tratti in ogni caso del primo caso di fuga di un animale da un circo. Solo negli ultimi sei anni sono fuggiti dal circo almeno 12 animali in Italia. Elefanti, in molti casi, ma anche camelidi, ippopotami e in almeno due occasioni. Persino tigri.

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Questo è il sesto episodio del genere che si verifica nell’arco di un paio d’anni. Il primo esemplare prigioniero a scappare era stata una giraffa ad Imola, Alexandre, poi deceduta dopo essere stata anestetizzata, seguita da due elefanti che a Roma sono riusciti – l’uno a distanza di un mese dall’altro – a varcare la recinzione della struttura circense. Infine, a metà aprile, era stata la volta di due zebre, recuperate in un vigneto del Reggiano. E per finire lo scorso Maggio una giovane tigre del Bengala di 3 anni è scappata dal Circo Lidia Togni a San Giuseppe Vesuviano, dove molti cittadini l’hanno avvistata, tra paura, stupore e ammirazione.

Per le associazioni animaliste, che da tempo ormai denunciano la precarietà delle condizioni di vita degli animali presso queste strutture, non idonee a garantire il soddisfacimento dei loro bisogni etologici, sono numeri così elevati da far risaltare in modo evidente quanto siano potenzialmente carenti le misure di sicurezza adottate dai circhi.

“Siamo certi che le indagini delle autorità faranno luce su quanto sia veramente successo – dichiarano le associazioni – fino ad allora questa tragedia deve farci riflettere su quanto siano precarie le condizioni, sia di detenzione che di sicurezza, in cui vengono detenuti moltissimi degli animali nei circhi, animali che – lo sottolineiamo – in larga parte appartengono all’elenco delle specie definite pericolose per la salute e l’incolumità pubblica.”

Roberta Ragni

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