Come si vive nei capoluoghi di provincia italiani? Ad esaminarne lo stato è l'Ispra nella decima edizione del rapporto sulla Qualità dell’Ambiente Urbano 2014. L'analisi ha esaminato 73 città, tutti comuni capoluoghi di provincia con popolazione superiore ai 50.000 abitanti e tutti i capoluoghi di regione. Una buona e una cattiva notizia. Le emissioni di PM10 registrate nel settore dei trasporti su strada in 12 anni sono calate del 50%, ma le concentrazioni rimangono ancora troppo alte
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Come si vive nei capoluoghi di provincia italiani? Ad esaminarne lo stato è l’Ispra nella decima edizione del rapporto sulla Qualità dell’Ambiente Urbano 2014. L’analisi ha esaminato 73 città, tutti comuni capoluoghi di provincia con popolazione superiore ai 50.000 abitanti e tutti i capoluoghi di regione. Una buona e una cattiva notizia. Le emissioni di PM10 registrate nel settore dei trasporti su strada in 12 anni sono calate del 50%, ma le concentrazioni rimangono ancora troppo alte.
Nelle aree urbane prese in considerazione nell’indagine dal 2000 al 2012, le emissioni di PM10 sono state quasi sempre in calo. Fanno eccezione alcune città più piccole per le quali il crescente consumo di biomassa legnosa per il riscaldamento ne ha determinato un incremento.
Emissioni inquinanti
Infatti, se nel settore dei trasporti e in quello industriale, le riduzioni delle emissioni sono evidenti, vi è un aumento del 47% dovuto al riscaldamento. Per quanto riguarda le emissioni di ossidi di zolfo, elevato è il contributo positivo del trasporto marittimo nazionale con una riduzione delle emissioni del 66%, nello stesso periodo, mentre quelle dovute al trasporto marittimo internazionale aumentano del 33% rappresentando, nel 2012, ormai il 36% del totale delle emissioni nazionali di ossidi di zolfo contro il 9% del 2000.
Mobilità
In calo gli spostamenti, compresi quelli di prossimità ma il trasporto pubblico non è sostenuto da un’adeguata offerta. Nel 2012 la disponibilità di mezzi è tra le 5 e le 10 vetture per 10.000 abitanti in oltre il 50% del campione delle 73 città. In particolare tra il 2008-2012 è scesa l’offerta, di autobus, soprattutto a Siracusa (-75,4%), Napoli (-54,7%) e Ragusa (-41,1%). Nonostante una maggiore dichiarata propensione a usare il TPL, si riduce anche l’utilizzo di trasporto pubblico locale: in oltre il 76% delle città tra il 2008 e il 2013 c’è stata una riduzione del numero dei passeggeri. L’auto regna ancora sovrana.
Secondo il rapporto, inoltre, l’andamento del parco auto a gasolio delle 73 città segue il trend nazionale: nonostante la diminuzione generale del parco auto complessivo, nel 2013 è stato in leggero aumento (+1,3%) rispetto all’anno precedente.
Si sceglie la provincia
Gli italiani preferiscono vivere in provincia. Qui la popolazione è in aumento a scapito delle città: un calo dello 0,8% nei capoluogo contro un aumento del 6,2% nelle rispettive province. Un esempio su tutti Roma, dove si assiste ad un +2,8% del capoluogo contro un +19,6% dei comuni della provincia. Al contrario, città come Matera (+3,5) e Reggio Calabria (+0,3%) continuano ad attrarre i cittadini (rispettivamente -4,2% e -3,6%).
Consumo di suolo
Nota dolente. La quantità di suolo consumato tra le città esaminate vede le più alte percentuali a Napoli e Milano, con valori superiori al 60%, e a Torino e Pescara con oltre il 50%. Superano il 40% anche Bergamo, Brescia, Monza e Padova. Tra i comuni del Sud, Bari e Palermo si attestano intorno al 40%, mentre negli altri si rilevano percentuali inferiori al 30%. Tra i comuni con estensione territoriale molto ampia, invece, i valori assoluti più alti si riscontrano a Roma con oltre 33.000 ettari divorati dal cemento e Milano (11.000 ettari).
Ovvia conseguenza le frane, ben 14.000, un’area complessiva pari a quasi 390 km2. Potenza, Matera, Trento, Genova, Ancona, L’Aquila e Perugia hanno i valori più elevati sul territorio comunale. La stima della popolazione esposta supera i 3.000 abitanti a Genova, Trento, Perugia, Ancona, Potenza, Catanzaro, Reggio Calabria e Messina.
Acqua
È stato registrato un incremento della percentuale di acque reflue convogliate nella rete fognaria rispetto al 2009 nelle città di Potenza (+16%), di Udine (+9%), di Pistoia (+5%), nonché di Reggio Emilia (+3%), di Parma (+2%), di Ancona (+2%). Anche la percentuale di acque reflue depurate è risultata quasi sempre elevata nelle città selezionate, anche se in alcuni centri urbani sono presenti grandi quantitativi di acque reflue non depurate. In particolare, in 28 città la percentuale è risultata del 100%, in 27 città compresa tra il 90% e il 100%, mentre in 18 centri urbani sono stati riscontrati valori inferiori al 90% (con i valori più bassi riscontrati per le città di Benevento con solo il 17% di reflui depurati e di Catania con il 21% ). Inoltre, rispetto al 2009, è stato riscontrato un incremento della percentuale di acque reflue depurate nei centri urbani di Palermo (con un incremento del 46%), Bergamo (+37%), Potenza (+25%), Udine(+9%), Barletta (+12%), Ancona(+6%), Reggio Emilia (+4%), Brescia (+3%), nonché di Taranto, Roma e Firenze (+2%).
Francesca Mancuso
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