Camini vietati a Parigi. E non solo. La colpa? Dell'inquinamento. Nella capitale della Francia e in altre 435 città dell'Ile-de France la qualità dell'aria è talmente pessima che per tentare di mitigare l'allarme sanitario per gli abitanti, causato dall'emissione di polveri sottili, dal 1° gennaio 2015 sarà vietato accendere i caminetti a legna
Camini vietati a Parigi. E non solo. La colpa? Dell’inquinamento. Nella capitale della Francia e in altre 435 città dell’Ile-de France la qualità dell’aria è talmente pessima che per tentare di mitigare l’allarme sanitario per gli abitanti, causato dall’emissione di polveri sottili, dal 1° gennaio 2015 sarà vietato accendere i caminetti a legna.
Secondo la DRIEE, Direction régionale et interdépartementale de l’environnement et de l’énergie (Driee), il 23% delle emissioni totali di PM10 verrebbero proprio dalla legna bruciata per riscaldarsi, ovvero la stessa quamtità prodotta dalle auto.
“I camini aperti costituiscono fino oltre la metà di queste emissioni derivanti dalla combustione del legno, in quanto emettono otto volte più particelle di un termocamino con un inserto performante per la stessa quantità di energia. La piena attuazione della misura potrebbe ridurre il 61% delle emissioni di particolato di Parigi del settore residenziale nel 2020 rispetto al 2008″, riassume il DRIEE.
Ma non tutti sono d’accordo. Per l’associazione dei consumatori francese UFC Que-choisir questi dati sono pesatamente sbagliati. E parte la battaglia delle cifre: secondo gli studi Airparif “le principali cause di emissioni di particolato inferiori a 10 micron di diametro nella zona urbana di Parigi sono il traffico (44% delle particelle)”, mentre solo i 4 % delle emissioni di particelle fini viene dal riscaldamento a legna.
Il divieto , inoltre, avrà gravi conseguenze per alcune professioni, come i tecnici del riscaldamento, senza considerare che sarà impossibile per le autorità controllare tutte le case. E per le auto nel frattempo cosa si fa nella Ville Lumière?
Roberta Ragni
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