Al via oggi la sesta edizione della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti, che si svolgerà fino al 30 novembre. Un evento tutto dedicato al tema dei rifiuti alimentari e a uno stile di vita più ecologico e intelligente
Al via oggi la sesta edizione della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti, che si svolgerà fino al 30 novembre. Un evento tutto dedicato al tema dei rifiuti alimentari e a uno stile di vita più ecologico e intelligente.
Al suon del motto “Riempiamo lo stomaco, non i bidoni!“, lo scopo di quest’anno è quello di focalizzare l’attenzione soprattutto sulle misure idonee a limitare lo spreco degli alimenti.
Quello degli sprechi alimentari, infatti, non è più un problema da sottovalutare: le famiglie britanniche, per esempio, gettano nella spazzatura circa il 25% del cibo acquistato. Sprecare il cibo equivale a sciupare le risorse naturali impiegate nella sua produzione, come l’acqua, l’energia e il terreno. Per non parlare dello spreco meramente economico, dal momento che quel denaro è stato speso praticamente per nulla. Meno di un quarto degli alimenti attualmente oggetto di spreco in Europa e negli Stati Uniti basterebbe a sfamare gli 805 milioni di persone nel mondo che, secondo le stime, cronicamente, di contro, soffrono la fame.
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IMBALLAGGI – Ma il problema degli sprechi non riguarda solo gli alimenti in quanto tali, ma anche tutto quanto fa di quegli alimenti delle vere e proprie confezioni, ovvero l’imballaggio. E tra imballaggi che non vengono riutilizzati o riciclati e altri articoli usa e getta evitabili, rischiamo di ritrovarci tra due anni con discariche stracolme.
È per questo che in occasione della Settimana Europea dei rifiuti, ritorna la campagna Meno rifiuti più benessere in 10 mosse dell’Associazione Comuni Virtuosi: un modo per sollecitare il mondo della produzione e della distribuzione a compiere 10 mosse per ridurre l’impatto ambientale degli imballaggi, promuovere soluzioni adatte all’uso multiplo (invece dell’usa e getta), ma soprattutto ad innovare prodotti e processi produttivi riprogettandoli in un’ottica di economia circolare.
1. Ripensare e innovare i prodotti del domani con un visione di sistema (design sistemico). In questo modo anche l’imballaggio dovrà essere pensato come uno strumento per la sostenibilità delle merci e per la sostenibilità complessiva del prodotto;
2. minimizzare l’impiego di imballaggi, ridurre all’essenziale quelli necessari, eliminare il sovraimballaggio e alcune tipologie di componenti accessorie che impediscono un riciclo ecoefficiente (peri esempio, gli imballaggi superflui più comuni sono le confezioni di cartoncino che contengono dentifrici o altri prodotti di detergenza e gli involucri che avvolgono confezioni multiple di prodotto);
3. sostituire gli imballaggi non riciclabili o difficilmente riciclabili;
4. promuovere l’uso di contenitori a rendere in vetro o plastica infrangibile anche attraverso la partecipazione a progetti pilota territoriali realizzati in collaborazione con altri stakeholders;
5. utilizzare ove possibile materiale riciclato per realizzare prodotti e packaging al posto di materia vergine;
6. adottare un sistema di marcatura/etichettatura degli imballaggi che possa comunicare in modo chiaro e trasparente al consumatore il grado di riciclabilità dell’imballaggio stesso;
PER LA DISTRIBUZIONE MODERNA DA ATTUARE NEI PUNTI VENDITA
7. introdurre nel proprio assortimento quote significative di prodotti a basso impatto ambientale comunicandone nei punti vendita il valore aggiunto per orientare il mercato in senso ecologico, così come previsto dalla Politica Integrata di Prodotto (IPP);
8. utilizzare imballaggi secondari e terziari riutilizzabili, eliminare l’overpackaging e gli imballaggi non riciclabili. Come ad esempio i materiali etero-composti: buste in carta con finestre in plastica trasparente, buste in poliaccoppiato (carta+ plastica o alluminio);
9. rendere disponibile nei punti vendita un’offerta articolata di prodotti che possono essere acquistati con contenitori portati da casa all’interno di un format accattivante per promuovere il riutilizzo degli imballaggi;
10. introdurre nell’assortimento quote crescenti di prodotti adatti all’uso multiplo provvisti di ricambi/parti intercambiabili o ricaricabili, comunicandone i vantaggi ambientali.
FOCUS SULLA PLASTICA
Per arrivare a raggiungere l’obiettivo di legge del 50% di riciclo al 2020 è prioritario intervenire sulla plastica che, in assenza di interventi incisivi difficilmente centrerà il primo obiettivo in vista ed i successivi .
In Europa si usano ogni anno circa 20.000.000 di tonnellate di plastica per produrre imballaggi che costituiscono il 40% del totale in peso di tutta la plastica immessa sul mercato.
L’Italia, nonostante la consolidata expertise del settore del riciclo della plastica, e le eccellenze produttive di tecnologie correlate, non si discosta troppo come percentuale di riciclo dal 26% della media europea. Questo significa che buttiamo via circa il 75% delle plastiche tra discariche ed inceneritori, per poi doverle acquistarle nuovamente all’estero, noncuranti del potenziale occupazionale del settore che più studi hanno evidenziato negli anni. Un recente studio di Bio Intelligence Services, ha quantificato in 360mila in Europa e 47mila in Italia i posti di lavoro che verrebbero creati nel settore aumentando al 62% la percentuale di riciclo.
Per firmare la petizione visitate la pagina del sito dedicata all’iniziativa.