L'Organizzazione Mondiale della Sanità vuole dimezzare la dose di zucchero giornaliera costringendo le aziende dolciarie ad adeguarsi. Per la Lorenzin un provvedimento sbagliato che non serve a nulla e penalizza il nostro made in Italy
Come forse già saprete l’Organizzazione Mondiale della Sanità sta cercando di sensibilizzare i diversi paesi del mondo ad abbassare i quantitativi di zucchero contenuti in particolare nei prodotti confezionati come merendine, dolci e snack che spesso finiscono in mano ai bambini sempre più in sovrappeso, almeno nei paesi occidentali. Il nostro ministro per la Salute Beatrice Lorenzin considera però sbagliato questo provvedimento.
Non si tratta solo di un fatto di rischio sovrappeso e obesità, un consumo eccessivo di zucchero è stato correlato all’insorgenza di diversi disturbi e malattie. Nell’articolo “zucchero raffinato: 10 motivi scientificamente provati per limitarne il consumo”, abbiamo elencato alcune tra le più interessanti ricerche in merito che hanno mostrato gli effetti dannosi di questo dolcificante tanto usato.
Ma vediamo cosa ha dichiarato nello specifico la Lorenzin: “No a diktat senza base scientifica. È un’aggressione alle nostre tradizioni dolciarie. Poi però viene ammessa l’invasione di biscotti, barrette e cose simili con aspartame”.
Su un punto dobbiamo dare ragione al ministro: il rischio effettivamente è che per togliere lo zucchero ma continuare a rendere appetibili e a buon prezzo i prodotti si inizino ad utilizzare aspartame o altri dolcificanti chimici. Ovvero si elimina un problema per crearne subito un altro, dai risvolti ancora non del tutto chiari.
La Lorenzin continua dicendo che in questo modo: “non si risolve nulla, ci vogliono iniziative di altro tenore”, si far riferimento soprattutto all’importanza dell’educazione alimentare a scuola in cui si dovrebbe insegnare a mangiare correttamente e puntare l’attenzione sull’importanza dell’educazione fisica. Giustissimo, ma probabilmente una cosa non esclude l’altra anche perché non basta fare breccia nel cuore dei bimbi nelle scuole ma sarebbe necessario lavorare, probabilmente molto di più, sui genitori che sono poi coloro che scelgono e acquistano i prodotti.
Inoltre, se una volta arrivati al supermercato ci si trova comunque di fronte a merendine, biscotti e snack super golosi e super zuccherati quei bambini e quelle mamme come si comporteranno? Se avranno imparato la lezione a scuola sapranno che andrebbero consumati con molta limitazione o meglio evitati del tutto (quanto meno per non incorrere in problemi di obesità infantile e non) e quindi non li compreranno più o comunque meno di quanto facevano prima.
La domanda quindi è questa: le aziende dolciarie che, secondo la Lorenzin, sono il “vanto” del made in Italy, non verrebbero comunque penalizzate da tanta informazione sulla sana alimentazione che consiglia piuttosto una bella merenda a base di frutta o semmai un dolcetto più naturale fatto in casa? Ci dobbiamo preoccupare di più dell’economia o della salute, oppure si potrebbero salvaguardare entrambe? Voi come la pensate?
Francesca Biagioli
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