Greenpeace occupa piattaforma petrolifera nel Canale di Sicilia per dire stop allo “sbocca trivelle”

"Più trivelle per tutti? No, grazie Presidente, ai rischi del petrolio preferiamo le rinnovabili". Stamattina gli attivisti di Greenpeace hanno raggiunto e scalato la piattaforma petrolifera "Prezioso" di ENI, nel Canale di Sicilia, al largo della costa di Licata.

Più trivelle per tutti? No, grazie Presidente, ai rischi del petrolio preferiamo le rinnovabili“. Stamattina gli attivisti di Greenpeace hanno raggiunto e scalato la piattaforma petrolifera “Prezioso” di ENI, nel Canale di Sicilia, al largo della costa di Licata.

Dalla cima hanno rilasciato un enorme striscione con la faccia del premier Renzi spalmata su 120 metri quadri di telo che promette con fiducia “Più TRIVELLE PER TUTTI!“. È la provocazione di Greenpeace e dei suoi attivisti giunti stamane sul posto con la Rainbow Warrior, la nave simbolo di Greenpeace.

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Tanto rumore per….quattro gocce di petrolio messe in croce. Deve intervenire Greenpeace per dare fastidio alla politica italiana che vuole per forza il petrolio del Mediterraneo e garantirsi un’indipendenza energetica dai tradizionali fornitori per ben…otto settimane.

Accanto alla faccia di Renzi, c’è stampata a caratteri cubitali “STOP FOSSIL, GO RENEWABLE”, che rappresenta la richiesta degli attivisti e anche di decine di migliaia di persone in Italia. A gran voce ormai in moltissimi chiedono rispetto per il mare e per la gente, l’abbandono di queste politiche folli che trovano l’apoteosi della scelleratezza nel decreto Sblocca Italia” (Dl 133/2014), che promuove una deregulation selvaggia delle trivelle offshore, con il rischio concreto che si traduca in un vero e proprio “Sblocca trivelle”.

Altri attivisti sono sulla zattera di salvataggio gonfiabile ancorata alla piattaforma con altrettanti messaggi per porre un freno alle fonti fossili e alle trivelle preferendom, una volta e per sempre, il cammino delle rinnovabili.

Il nostro Paese dovrebbe essere maggiormente impegnato, avendo la Presidenza di turno del Consiglio UE, a guidare l’Unione verso obiettivi più ambiziosi di difesa del clima. Invece, il governo Renzi vuole dare il via libera allo sfruttamento delle scarse riserve di petrolio presenti sotto i nostri mari a tutti i costi e che la rinuncia per l’opposizione di tre o quattro comitatini locali non sussiste.

È incredibile come non si voglia ascoltare ragione e perseguire questa politica sballata che contraddice, primo, le affermazioni fatte dal premier a livello globale e, secondo, si contrappone alle politiche energetiche che invece molti paesi dell’Europa stanno realizzando. Senza dimenticare che aggiungeremmo, a tutte quelle che già gravano sulle nostre spalle, altre procedure d’infrazione. In più sembra che solo questo petrolio (pessimo per giunta) garantisca all’Italia una certa entrata economica, dimenticandosi che il vero “petrolio” italiano consiste invece nella tutela del patrimonio paesaggistico, culturale e di biodiversità, unico al mondo.

trivelle greenpeace

Non solo Greenpeace, comunque, ma moltissimi gruppi (migliaia) di persone stanno rimboccandosi le maniche per alzarsi a difesa della bellezza italiana del nostro mare e delle nostre coste.

Greenpeace ha lanciato una “Dichiarazione di Indipendenza dalle fonti fossili”, per raccogliere adesioni. Se volete sostenere anche voi la battaglia contro le trivelle, cliccate qui.

Cristiana Priore

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